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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Dixan, Dash e Infasil taroccati anche con la mano della Scu: 40 indagati

Avvisi di conclusione inchiesta notificati anche a due commercianti del Brindisino: secondo la Procura avrebbero messo in vendita detersivi e detergenti non originali. Ruolo di primo piano contestato a Tommaso Montedoro, indicato come presunto capo di un clan leccese

BRINDISI – Detersivi per il bucato come Dixan o Dash, oppure la l’igiene della casa come Chante Clair o ancora per la persona come Infasil. Tutto autenticamente falso, secondo la Procura di Lecce che ha chiuso l’inchiesta su prodotti venduti anche nel Brindisino: 40 gli indagati, tra i quali figurano due commercianti della provincia, Santo Leo, di Cellino San Marco; Francesco De Padova,  di San Donaci, entrambi coinvolti in relazione alla vendita  degli articoli considerati  tarocco, ultimo passaggio che avrebbe avuto la regia di un’associazione per delinquere.

Fra i destinatari degli avvisi di conclusione notificati nei giorni scorsi, figura Tommaso Montedoro, di Casarano, indicato come il presunto capo dell’omonimo clan ritenuto di stampo mafioso, disarticolato nel blitz dell’Antimafia chiamato Diarchia con gli arresto eseguiti agli inizi dello scorso mese di giugno: in questo troncone di indagine, è accusato di contraffazione e introduzione nello Stato italiano di prodotti falsi, con etichette mendaci. La gestione, stando alla ricostruzione della Procura, sarebbe stata affidata a un sodalizio del quale avrebbero fatto parte 27 persone residenti in provincia di Lecce. Tra i reati fine del sodalizio, contestata anche l’evasione fiscale.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Donno, è il risultato degli accertamenti condotti dai militari della Guardia di Finanza di Otranto nel periodo di tempo compreso tra il 2010 e il 2013, sino a ritenere che ci sia stato un sodalizio che avrebbe gestito la commercializzazione di un milione e 190mila euro prodotti, risultato della contraffazione. Il primo risultato dei finanzieri risale al mese di giugno 2013, quando finirono sotto sequestro 700mila etichette, nell’operazione chiamata Bolle di sapone. Furono controllati decine di negozi tra le province di Lecce e Brindisi.

Le indagini hanno portato a scoprire anche un capannone nel quale venivano prodotti i detersivi tarocco, versati in contenitori ai quali venivano apposte le etichette dei marchi noti, queste ultime riprodotte nella zona. Con danni anche di immagine per le multinazionali, leader nel settore dei prodotti per l’igiene della casa e della persona.

Tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per depositare memorie o chiedere di essere interrogati dal pm. Intanto i difensori di Francesco De Padova, gli avvocati Gino Gioffredi e Rocco Vincenti, precisano di non aver ricevuto - ad oggi - alcuna comunicazione relativa alla chiusura dell'inchiesta.

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