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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Domani dal gip l'ultimo latitante Scu

BRINDISI – Sarà ascoltato domani mattina alle nove nel carcere di Lecce, l'ultimo latitante della Scu, Oronzo De Nitto, 37 anni di Mesagne, arrestato all'alba di ieri dagli agenti della Squadra mobile della questura di Brindisi dopo 21 mesi di latitanza. De Nitto, alla presenza del suo legale di fiducia Pasquale Annicchiarico, del foro di Brindisi, ha la prima possibilità di chiarire la propria posizione. Il mesagnese il 28 dicembre del 2010 fu destinatario, insieme ad altri 28 indagati, di un ordine di carcerazione per associazione per delinquere di stampo mafioso, emesso sulla base delle rivelazioni del pentito Ercole Penna.

BRINDISI – Sarà ascoltato domani mattina alle nove nel carcere di Lecce, l'ultimo latitante della Scu, Oronzo De Nitto, 37 anni di Mesagne, arrestato all'alba di ieri dagli agenti della Squadra mobile della questura di Brindisi dopo 21 mesi di latitanza. De Nitto, alla presenza del suo legale di fiducia Pasquale Annicchiarico, del foro di Brindisi, ha la prima possibilità di chiarire la propria posizione. Il mesagnese il 28 dicembre del 2010 fu destinatario, insieme ad altri 28 indagati, di un ordine di carcerazione per associazione per delinquere di stampo mafioso, emesso sulla base delle rivelazioni del pentito Ercole Penna.

De Nitto è ritenuto il braccio destro di Francesco Campana, il capo della frangia della Scu legata al gruppo di Salvatore Buccarella, di Tuturano, antagonista dell'altro clan di Mesagne che fa capo ai boss detenuti Massimo pasimeni e Antonio Vitale, e che sino alla fine del settembre 2010 era affidato allo stesso Penna e a Daniele Vicentino.

L'operazione del 28 dicembre di due anni fa, denominata “Last Minute” decapitò definitivamente la Nuova sacra corona unita, il gruppo criminoso sopravvissuto e riorganizzatosi dopo i colpi subiti dalla criminalità negli ultimi anni: fino a quel momento si erano susseguiti episodi criminosi di ogni genere dagli incendi auto, alle estorsioni, dalle rapine alle sparatorie per strada. Francesco Campana e Lorenzo De Nitto si diedero latitanti. Il primo fu arrestato il 23 aprile del 2011, era nascosto in un'abitazione di Oria insieme alla sua compagna. De Nitto, invece, ha continuato a nascondersi per 21 lunghi mesi.

Una latitanza avvolta nel mistero. Gli uomini della squadra mobile lo hanno trovato in una casa in campagna in territorio di Carosino, provincia di Taranto, al confine con Francavilla Fontana, abitata da una coppia di coniugi originari di Francavilla Fontana. Quello che De Nitto ha combinato negli ultimi ventuno mesi non è chiaro agli inquirenti. De Nitto pare non abbia mai usato il telefono cellulare. Si è mosso a bordo su una moto di grossa cilindrata e indossando un casco integrale. Difficile da intercettare, quindi. Al momento sul suo capo pende solo l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso emessa due anni fa nell'ambito dell'operazione Last Minute. Ma la polizia, per rintracciarlo, una pista l'ha trovata, e da questa forse si dipartono altri fili utili a ricostruire le attività del latitante.

Sarà l'interrogatorio di domani mattina a fare luce sulla sua latitanza e a svelare, eventualmente, verità ancora nascoste? Poco probabile. Il braccio destro di Campana potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere al gip. Secondo Penna, Ronzino De Nitto aveva avuto almeno in una occasione contatti con Nicola Canovari, scampato all'agguato dell'11 novembre 2010 sulla superstrada Brindisi-Taranto, all'altezza di Francavilla Fontana, quando fu ucciso un giovane incensurato Francesco Ligorio, e Canovari solo ferito dalle raffiche di Kalashnikov.

Secondo le dichiarazioni di Penna, il suo gruppo“non era in buoni rapporti con Francesco Campana il quale, qualche tempo fa aveva mandato da lui Ronzino De Nitto per chiedergli spiegazioni del denaro del quale Nicola era debitore nei confronti di (omissis) per l’acquisto di un veicolo. De Nitto infatti, era la persona alla quale (omissis) si rivolgeva con frequenza per recuperare crediti scaduti e non pagati legati alla compravendita di veicoli”.

E ancora: “Nicola fu infastidito da quella iniziativa e rispose male al De Nitto, tanto che quest’ultimo venne da me ad informarmene e a chiedere quale fosse il rapporto di Nicola Carniale con il nostro gruppo. Risposi a De Nitto che non avevamo alcun interesse alla persona di Nicola perchè non era né nostro affiliato né persona a noi vicina. Ritengo che la domanda fosse legata alla possibilità di punire quel comportamento che Nicola aveva avuto rispondendo male a De Nitto”.

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