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Cronaca

Droga dall'Albania, 20 anni a brindisino

BRINDISI - Il “burattinaio” del traffico di ingenti quantitativi di droga dall’Albania in Italia, passando per la Puglia, ha rimediato 20 anni di carcere, incluso lo sconto di un terzo della pena. Si tratta di Emanuele Macchia, brindisino del rione Perrino di 37 anni, che, insieme ad altre 18 persone è stato condannato oggi dal gup di Lecce, Antonia Martalò, al termine di un processo con rito abbreviato. Come lui, ritenuto uno dei “capi” dell’associazione per delinquere sgominata in seguito a indagini condotte dal procuratore capo della Dda di Lecce, Cataldo Motta, sono stati ritenuti responsabili anche altri tre brindisini.

BRINDISI - Il “burattinaio” del traffico di ingenti quantitativi di droga dall’Albania in Italia, passando per la Puglia, ha rimediato 20 anni di carcere, incluso lo sconto di un terzo della pena. Si tratta di Emanuele Macchia, brindisino del rione Perrino di 37 anni, che, insieme ad altre 18 persone è stato condannato oggi dal gup di Lecce, Antonia Martalò, al termine di un processo con rito abbreviato. Come lui, ritenuto uno dei “capi” dell’associazione per delinquere sgominata in seguito a indagini condotte dal procuratore capo della Dda di Lecce, Cataldo Motta, sono stati ritenuti responsabili anche altri tre brindisini.

A Sebastiano Manni è stata inflitta una pena di 7 anni e 4 mesi; per Cosimo Palmieri il conto si è fermato a 4 anni; 6 anni per Walter Margherito. Assolto Danilo Vecchio. Stando a quanto accertato dai finanzieri dello Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) che nel settembre del 2011 eseguì 29 ordinanze di custodia cautelare, sarebbe stato Macchia l’intermediario fra i tre sottogruppi affiliati al sodalizio del quale facevano parte anche numerosi stranieri.

Il primo di questi gruppi era attivo sulle province di  Lecce-Brindisi, il secondo su quelle di Brindisi-Napoli, il terzo sull’asse Brindisi-Taranto. I militari delle fiamme gialle al comando di Vincenzo Di Rella, partirono da un sequestro avvenuto ad agosto del 2006, quando a largo di Torre Sant’Andrea, marina di Melendugno, la Finanza di Otranto sequestrò oltre 500 chili di marijuana, quasi 40 chili di hashish, 264 cartucce per Kalashnikov ed un gommone a bordo del quale erano giunti sulle coste salentine e i quattro albanesi finite in manette.

A quanto pare la sostanza arrivava da Valona e passando per Brindisi, Lecce e Bari, finiva a Napoli e Taranto. In 19 hanno scelto il rito abbreviato, puntando allo sconto di pena previsto per chi viene giudicato allo stato degli atti. Le altre condanne sono: Altin Avduramani, condannato a 16 anni; Besnik Bishqemi, 3 anni; Marco Bocci, 8 anni; Francesco Boccuni, 7 anni e 4 mesi; Giuseppe Clemente, 8 anni e 8 mesi; Elton Cobo, 7 anni e 8 mesi; Abdessamad Elannani 9 anni e 8 mesi; Shkelaim Isufaj, 8 anni e 8 mesi; Attilio Salvini, 7 anni e 8 mesi; Girolamo Trapani, 8 anni e 8 mesi; Assunta Vespero a 6 anni; Gennaro Vespero, 16 anni e 8 mesi.

Il gruppo degli avvocati difensori dei brindisini era composto da Gianvito Lillo, Laura Beltrami e Daniela D'Amuri.

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