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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Droga sul traghetto, presi tre fratelli

Come anticipato nella prima notizia, è la famiglia di trasportatori di Casarano proprietaria del traghetto Veronica, sequestrato oggi a Valona, quella coinvolta nell’indagine sul traffico di droga tra l’Albania e l’Italia al centro di un blitz scattato all’alba. Il gip salentino Ines Casciaro, su richiesta dei pm Guglielmo Cataldi e Giuseppe Capoccia, ha infatti ordinato l’arresto dei quattro fratelli Primiceri, tre dei quali sono stati già raggiunti dai provvedimenti restrittivi affidati ai carabinieri di Borgo San Lorenzo (Firenze), Casarano e del comando provinciale di Lecce.

Come anticipato nella prima notizia, è la famiglia di trasportatori di Casarano proprietaria del traghetto Veronica, sequestrato oggi a Valona, quella coinvolta nell’indagine sul traffico di droga tra l’Albania e l’Italia al centro di un blitz scattato all’alba. Il gip salentino Ines Casciaro, su richiesta dei pm  Guglielmo Cataldi e Giuseppe Capoccia, ha infatti ordinato l’arresto dei quattro fratelli Primiceri, tre dei quali sono stati già raggiunti dai provvedimenti restrittivi affidati ai carabinieri di Borgo San Lorenzo (Firenze), Casarano e del comando provinciale di Lecce.

Si tratta di Salvatore, 46 anni, Ezio, 47, e Osvaldo Cosimo Primiceri, 43. Il quarto è attivamente ricercato, fanno sapere gli investigatori, e si trova probabilmente in Albania. Le ipotesi di reato a carico degli imprenditori finiti in carcere sono quelle di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Ci sono poi anche otto albanesi, due residenti nel Barese e uno nel Trevigiano.

L'organizzazione colpita dall’ondata di arresti (25 le ordinanze firmate) avrebbe gestito il narcotraffico tra l'Albania e l'Italia utilizzando i mezzi delle società dei Primiceri di Casarano, tutte finite sotto sequestro assieme al parco veicoli. Secondo gli investigatori, la disponibilità del traghetto della Veronica Lines, di camion e trailer era l’asso nella manica dei trafficanti, che nascondevano negli pneumatici dei mezzi pesanti imbarcati sulla nave, che faceva rotta tra Valona e Brindisi, i carichi di marijuana ed eroina destinati alle reti di spaccio della Puglia, ma anche del Lazio, della Toscana e del Veneto, dove gli albanesi avevano loro punti di riferimento.

Le attività di intercettazione delle comunicazioni e dei colloqui dei Primiceri avrebbe cristallizzato la familiarità ed i contatti tra gli imprenditori di Casarano e i capi delle organizzazioni di trafficanti di droga della mafia albanese. E’ stato anche accertato che non pochi autisti erano all’oscuro dei carichi nascosti. All’arrivo a Casarano, hanno fatto sapere gli investigatori, la marijuana e l’eroina venivano estratte dalle gomme dei Tir all’interno del magazzino di una delle società dei Primiceri, e poi nascosta – uno dei depositi era a Surbo - sino alla successiva spedizione verso le destinazioni finali o la consegna direttamente a corrieri che giungevano a Casarano.

Si sono rivelati segnali importanti, a conferma delle altre risultanze investigative, i vari sequestro avvenuti tra il 2007 e gli anni successivi, ben cinque nel solo 2009, tre dei quali rispettivamente a Brindisi, Casarano e Gioia del Colle. In tutto circa 300 chili di sostanze stupefacenti.

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