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Cronaca

Accoltellamento nella movida, due fermi per tentato omicidio

Rapide indagini della Squadra mobile: manette a Giovanni Quaranta di 23 anni e allo zio materno Cosimo Marzella di 41 anni

BRINDISI – La Squadra mobile di Brindisi è venuta rapidamente a capo del ferimento di due giovani, uno dei quali accoltellato, avvenuto poco dopo la mezzanotte tra l’1 e il 2 gennaio nella zona del Nuovo Teatro Verdi, luogo di una movida che sempre più spesso viene attraversata da episodi di violenza e ambito mercato per lo spaccio di stupefacenti.

Gli investigatori diretti dal vicequestore Rita Sverdigliozzi hanno infatti fermato due brindisini, zio e nipote, come responsabili dell’aggressione, ritenendoli responsabili dei reati di tentato omicidio e lesioni: si tratta di Cosimo Marzella di 41 anni, operaio incensurato e zio materno dell’altro indagato, Giovanni Quaranta 23 anni, già coinvolto in vicende di rapina.

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La peggio era toccata al 24enne D.S., colpito da fendenti al torace alla spalla e a un braccio. Trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino, il giovane era stato poi trasferito al reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove è stato ricoverato con prognosi di 30 giorni. Un suo amico e coetaneo M.P. aveva riportato invece una ferita alla mano sinistra e una frattura alla spalla. Lesioni più leggere invece per il passeggero dell'auto.

Le vittime stavano festeggiando il compleanno. Mentre rientravano a casa in auto, due di loro hanno imboccato in passaggio stretto di via Palma e incrociato i due fermati, uno dei quali ha vibrato un pugno sul tetto della vettura gridando di essere stato urtato dall’auto. Mentre il guidatore scendeva e chiedeva scusa, è stato colpito con pugni e schiaffi, poi con una noccoliera. Un loro amico, D.S., accorso in aiuto degli aggrediti, è stato affrontato da Quaranta e dallo zio che aveva estratto il coltello, e colpito più volte. Il giovane è caduto per terra e solo in quel momento i due sono fuggiti. Con l'aiuto di un'amica, insieme alle altre due persone ferite, è andato al Pronto soccorso del Perrino. 

Video della confernza 

Tutto ripreso dalle videocamere presenti nella zona, le cui registrazioni sono esaminate dagli operatori della Squadra mobile. La conoscenza del sottobosco malavitoso cittadino ha consentito agli investigatori di identificare Giovanni Quaranta, raggiunto dalla polizia nella sua abitazione. A quel punto, la Mobile è riuscita a risalire al complice, lo zio Cosimo Marzella. I fermati sono difesi dall'avvocato Cinzia Cavallo.

Chi è Giovanni Quaranta

Giovanni Quaranta, nel febbraio scorso, già sottoposto ai domiciliari, era stato raggiunto da un provvedimento di ripristino della custodia cautelare in carcere emesso dalla Corte d’Appello di Lecce, per espiare la parte residua di una pena per il reato di rapina aggravata, quella consumata nel luglio 2017 ai danni del centro scommesse Eurobet di Brindisi, che fruttò un bottino di 400 euro.

Quaranta aveva ottenuto in Appello una riduzione di pena a due anni e quattro mesi, con scarcerazione contestuale, per la rapina al Red&White al quartiere Commenda. I due erano stati catturati dai carabinieri pochi giorni dopo il colpo, il 13 luglio 2017 (la rapina era avvenuta il 5). Anche il qual caso furono fatali le videocamere di vigilanza, ma anche un selfie che Quaranta e il complice avevano scattato poco prima dell’irruzione, e trovato dai carabinieri sul telefono cellulare di Quaranta.

La lista degli episodi è ancora lunga. Ma un ulteriore caso va citato perché, nello scenario dell’aggressione e dell’accoltellamento della notte tra l’1 e il 2 gennaio è significativo: alla fine del mese di aprile del 2017 Giovanni Quaranta fu arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della compagnia di Brindisi proprio nella zona della movida attorno al Nuovo Teatro Verdi: aveva addosso 50 grammi di marijuana e 200 euro in contanti.

I dettagli della Conferenza stampa

“Siamo arrivati a questo risultato con tenacia, non possiamo permettere che il territorio brindisino venga preso d’assalto da chicchessia, che siano bande di criminali o che siano singoli scalmanati, non possiamo permetterlo”, ha dichiarato la dirigente della Squadra mobile di Brindisi Rita Sverdigliozzi, a margine della conferenza stampa in cui sono state illustrate le modalità dell’aggressione e l’attività di indagine che ha permesso di dare un nome e un volto agli aggressori. Persone senza scrupoli che hanno agito da bulli, senza un motivo ben preciso. “Erano lì proprio per dare fastidio”.

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E ancora una volta, come è accaduto in tante altre occasioni i poliziotti hanno dovuto fare tutto da soli. Non hanno potuto contare sulla piena collaborazione dei testimoni “Il territorio non è abbastanza eloquente”. Le vittime non conoscevano gli aggressori, sono riuscite a fornire pochi dettagli, non tutti, tra coloro che hanno assistito alla scena hanno fornito aiuto agli investigatori. “Abbiamo fatto un lavoro capillare, c’è ancora tanto da vedere e ricostruire, ma siamo contenti del risultato di oggi”.

Il primo a essere individuato è Quaranta, è stato raggiunto nella tarda mattinata di ieri, giovedì 2 gennaio, nella sua abitazione a Giancola e alla vista dei poliziotti è fuggito. Una pattuglia appostata sul retro della casa è riuscita a bloccarlo. Portato negli uffici della Questura non ha collaborato per l’individuazione del complice. Anche lì i poliziotti hanno dovuto lavorare sodo per individuare lo zio del 23enne. 

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