FASANO - “Spett.le Dott.re Lello Dibari, ti auguro tanta fortuna! Ma purtroppo sono lieto informarla che anche se vieni da un origine mafiosa non ti molleremo mai, sono deluso anche informarla che ti devi assolutamente dimetterti prima ed non oltre 90 giorni a partire da questa email. Se avremo riscontri nei vostri attenzioni provvederemo diversamente e saranno vere e proprie guerre. Fai attenzione dove metti i passi sei un morto che cammina! firmato Brigate Rosse”. E' questa la lettera di minacce pervenuta al sindaco di Fasano Lello Di Bari, fresco di riconferma alla guida della Città.

La missiva, scritta in un italiano sgrammaticato e sconnesso (che  riportiamo in maniera integrale nell'attacco del pezzo anche nella grafia ndr) è arrivata direttamente sull'indirizzo di posta istituzionale del primo cittadino (info@lellodibarisindaco.it): mittente "mario55@libero.it". Spedita intorno alla 19.56 del 22 maggio scorso.

Il primo cittadino della Città della Selva l'ha scoperta quasi per caso  aprendo la posta: “L'altro ieri ero ad un convegno sul turismo quando ho aperto la posta ed ho trovato il messaggio, di ritorno a Fasano sono passato dalla compagnia dei carabinieri a denunciare il fatto”.

Ha avuto paura? “Nemmeno per un momento, però è chiaro che è meglio che gli investigatori facciano tutti gli accertamenti del caso  perchè questo genere di lettere non abbiano a ripetersi”.

Ha idea di chi possa essere stato? “Secondo me si tratta di un mitomane. Mi dice di dimettermi nell'arco di 90 giorni e dice che sono un morto che cammina meglio approfondire la vicenda. La Polizia postale sta già lavorando per venire a capo del mittente di questa lettera”.

Ha intenzione di dimettersi? “Nemmeno per sogno, andrò dritto avanti per la mia strada senza lasciarmi intimidire”. Intanto, mentre, il sindaco Di Bari prosegue nella sua normale attività amministrativa (è alla presa con la formazione del nuovo esecutivo) e di medico (stamattina ha regolarmente operato), i carabinieri della compagnia di Fasano – guidati dal capitano Gianluca Sirsi – procedono con la regia della Procura della Repubblica di Brindisi nella ricerca dell'autore della lettera intimidatoria, spacciata sotto le mentite spoglie delle Brigate Rosse.