rotate-mobile
Cronaca

Emergenza Siria, da Brindisi solo pace

BRINDISI - Anche nel caso in cui l’Italia dovesse assumere una posizione interventista nell'annunciato conflitto in Siria non vi saranno caccia in partenza da Brindisi. Perché a Brindisi le basi sono due e sono due basi che esportano pace.

BRINDISI  - Anche nel caso in cui  l’Italia dovesse assumere una posizione interventista nell'annunciato conflitto in Siria non vi saranno caccia in partenza da Brindisi. Perché a Brindisi le basi sono due e sono due basi che esportano pace: una dà supporto logistico alle missioni di “peacekeeping”, l’altra invece è gestita dal Wfp, il World food programme e porta medicine, cibo, e ogni genere di prima necessità in qualsiasi parte del globo in cui vi siano emergenze umanitarie. E’ una base di pronto intervento, in grado di organizzare un volo in 24 o 48 ore. Voli che conducono aiuto laddove vi sono guerre, disastri, terremoti. Il World food program è in Siria da tempo.

Sempre in partenza da Brindisi. In riva all’Adriatico, va detto, non v’è attualmente alcuna fibrillazione per l’emergenza in Siria. Nulla a che vedere con quanto accadde ai tempi degli scontri nei Balcani. Da Brindisi l’Onu esporta soltanto pace. Tutto passerà dalle due basi che si trovano all’interno dell’aeroporto militare “Pierozzi”, in piazza Del Vento, ma solo nel caso in cui vi dovessero essere situazioni particolarmente gravi dal punto di vista umanitario. Vi ha sede la “Unlb” la Base logistica delle nazioni unite a sostegno delle operazioni di pace, l’unica al mondo. E poi, al momento la sola in Europa, una delle cinque al mondo, la Base di pronto intervento umanitario che è già presente in Siria da qualche anno a sostegno della popolazione.

La prima è in grado di iniziare una nuova missione di pace in pochissimo tempo con il materiale in possesso, una sorta di “kit di primo intervento” fatto di camion, tende, ospedali da campo. La seconda, gestita dal Pam o Wfp (Programma alimentare mondiale o World food programme) può inviare aiuti di prima necessità, cibo e medicine, in ogni parte del mondo entro 24 o al massimo 48 ore. Non appena, insomma, giunge l’sos.

Nella città del tacco d’Italia selezionata dall’Onu perché all’incrocio tra Europa, Africa e Medio Oriente, si parla quindi unicamente la lingua del “peacekeeping”: in caso di risoluzione dell’Onu e quindi di intervento umanitario, talvolta anche missione politica o ispettiva ma non di guerra, in aree dell’emiciclo in cui ve ne sia un concreto bisogno, è a Brindisi che ci si organizza, si studia il territorio d’arrivo e si statuiscono le modalità, la durata della permanenza in un determinato luogo. Ciò potrebbe verificarsi in Siria, così come in ogni angolo di mondo: ma il dibattito internazionale sull’intervento militare in Siria, il ruolo dell’Italia e le decisioni che verranno assunte, riguardano poco in questo momento Brindisi e le sue basi.

La Base logistica è un centro di smistamento delle comunicazioni satellitari e di sostegno informatico, vi sono strutture di addestramento specializzato alle missioni di pace. Diverso e sicuramente ben più attivo è il ruolo della Base di pronto intervento umanitario (Unhrd), che fa parte di un network insieme a Accra, Dubai, Subang e Panama City, e mantiene lo stock di materiali pronti ad essere distribuiti nelle emergenze. Da Brindisi insomma si parte per dare aiuto al mondo intero, sotto l’egida dell’Onu.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Emergenza Siria, da Brindisi solo pace

BrindisiReport è in caricamento