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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rapina nella gioielleria Nataly: due condanne. Anche al risarcimento danni

Sei anni e otto mesi a Francesco Palma, di Brindisi, sei anni e quattro mesi ad Ani Saku, complice albanese. Parti civili, la titolare e la dipendente che quella mattina furono aggredite

BRINDISI – Condannati per la rapina consumata nella gioielleria Nataly di Brindisi, in viale Aldo Moro: sei anni e otto mesi sono stati inflitti a Francesco Palma, 39 anni, di Brindisi, alias Maradona, e sei anni e quattro mesi ad Ani Saku, di nazionalità albanese, entrambi incastrati della immagini riprese dalle telecamere del sistema di videosorveglianza.

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La sentenza

Il conto in nome della giustizia è arrivato nella tarda mattinata di oggi, con sentenza in abbreviato pronunciata dal gup Stefania De Angelis, dopo aver sentito la requisitoria del pubblico ministero Manuela Pellerino e le arringhe dei difensori. Il pm aveva chiesto la condanna a dieci anni di reclusione per entrambi gli imputati, sottolineando anche le modalità cruente dell’azione consumata nell’oreficeria la mattina del 21 novembre dello scorso anno. Bottino pari a 55mila euro, mai trovato.

La rapina

Stando alla ricostruzione dell’accusa, i due riuscirono a entrare fingendosi clienti e una volta all’interno bloccarono e aggredirono la titolare e una dipendente. Entrambe si cono costituite in giudizio e hanno chiesto il risarcimento dei danni, con quantificazione rinviata in sede civile. Palma è difeso dall’avvocato Dario Budano di Brindisi, mentre Saku dall’avvocato Mario Giangualano di Trani.

Palma venne fermato  dagli agenti della Mobile a distanza di qualche giorno dal colpo che, mentre l’altro venne bloccato dalla Polstrada in provincia di Massa Carrara: in auto aveva un’arma.

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La confessione

Il brindisino in sede di interrogatorio per la convalida, confessò di essere stato l’autore del colpo, dopo aver trascorso due notti nel carcere di Brindisi, ma negò di aver aggredito le donne. Disse al gip di non essere armato e sul bottino consegnò questa versione: “I gioielli li ho buttati in un bidone della spazzatura nella fuga, nel quartiere Bozzano”. Palma fu il primo a essere identificato dai poliziotti della sezione antirapina, ma venne trovato nella sua abitazione. Né in quelle dei familiari.

Nel corso dell’interrogatorio, ammise anche di essere lui l’autore della rapina nella gioielleria De Marco, in corso Roma, a Brindisi, la sera del 24 ottobre 2017. Per questo capo d’imputazione patteggiò a tre anni e quattro mesi.


 

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