rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ergastolo al bomber della Morvillo

Ergastolo con l’aggravante della finalità terroristica. Questa la sentenza pronunciata poco dopo le 17 odierne. La strage del 19 maggio 2012 alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi ha ricevuto dalla Stato una risposta veloce sia nelle indagini che nella sentenza. Sarebbe potuto diventare un giallo senza risposte come tanti altri in Italia.

Ergastolo con l’aggravante della finalità terroristica. Questa la sentenza pronunciata poco dopo le 17 odierne. La strage del 19 maggio 2012 alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi ha ricevuto dalla Stato una risposta veloce sia nelle indagini che nella sentenza. Sarebbe potuto diventare un giallo senza risposte come tanti altri in Italia, ma ecco invece un segnale forte: non toccate i nostri ragazzi e le nostre scuole. Ciò va detto in un Paese la cui storia non è costellata solo di buchi neri, ma anche di piccole ma importanti vittorie come questa. E’ il momento giusto per riconoscere – ancora una volta - agli investigatori del profondo Sud, dalle auto senza benzina e con gli organici sempre più radi e dall’età media sempre più alta, di aver messo nelle mani del nostro sistema democratico un esempio di efficienza, che i ministri potranno citare nei loro discorsi.

Detto questo, la vicenda dell’attentato alla Morvillo Falcone illumina solo per pochi istanti, come una sciabolata di luce su un bosco nel cuore della notte, l’esistenza di un mondo che noi, cronisti di questo giornale, temiamo non sia limitato solo all’aura di arrogante (delirante, secondo il suo difensore) violenza che circondava la persona di Giovanni Vantaggiato. Soggetto che tutti, dopo il fermo e l’arresto a 18 giorni dalla strage, si affrettarono a disconoscere o a esorcizzare con le consuete manifestazioni di stupore ed incredulità. Eppure, Giovanni Vantaggiato con l’azienda di carburanti intestata alla moglie, la Marchello Srl, ha vinto gare e lavorato per anni nel settore delle forniture pubbliche di gasolio da riscaldamento.

Secondo la sua vittima e accusatore (non in aula, dove non ha mai deposto, ma davanti al pm e alla polizia giudiziaria) Cosimo Parato, Giovanni Vantaggiato faceva la cresta sulle partite di combustibile, che poi rivendeva in nero. Forse sarebbe valsa la pena di controllare non più, ormai, quelle consegne ma quanto meno l’effettiva esistenza del traffico clandestino di gasolio visto che – sempre secondo il teste e vittima Parato – l’approssimarsi della Guardia di Finanza a quel giro sarebbe stata la causa della fine del sodalizio tra i due e del tentativo di eliminazione di Parato da parte di Vantaggiato, coperto poi con la storia della truffa patita, che avrebbe fatto perdere la ragione al commerciante di Copertino prima il 24 febbraio del 2008 quando tentò di uccidere Parato con una pipe-bomb comandata a distanza, e poi a seminare morte e dolore il 19 maggio 2012 davanti a quella scuola nei presi del tribunale, perché insoddisfatto della sentenza di condanna di Parato.

Secondo punto non risolto dal processo, quello delle competenze di Giovanni Vantaggiato nella fabbricazione di esplosivi come il nitrato di ammonio, con cui imbottiva bombole di gpl vuote che utilizzava come gusci, e in cui infilava da un foro sottilissimo praticato nello spesso metallo della bombola, un filo di rame terminante con la resistenza di una lampadina privata del vetro, e dall’altro capo connesso ad un interruttore azionabile a distanza, ricavato dai timer per gli impianti irrigui. Bomba tipica delle organizzazioni anarchiche, mentre la pipe-bomb infilata in una bici, vicino al garage di Parato a Torre S.Susanna, è del genere utilizzato per attentati non dimostrativi, ma liquidatori. Lui, l’irascibile Vantaggiato, anni di azienda di prodotti elettronici in Germania alle spalle, ha sempre detto di aver imparato tutto sulle “enciclopedie”. Bisogna credergli? Inoltre, ha davvero sempre operato da solo, nell’oliveto sperduto nelle campagne salentine?

La differenza tra un soggetto come Vantaggiato e il tipo di “artificieri” messi in campo dalla malavita locale è davvero notevole. Troppo ampia, la forbice tra le due tecnologie per non porsi il problema. E poi, perché davanti alla Morvillo l’attentatore, visto che aveva piazzato la bomba di notte, non l’ha dotata di un timer comune predisponendo l’esplosione per l’alba, ed ha invece voluto attendere e decidere lui il momento, con un telecomando nel pugno? Vantaggiato ha “mirato”, come nel 2008, ad un bersaglio preciso e non casuale. Non sappiamo con esattezza quale e perché. Tutti questi ragionamenti hanno una ragione legata ad un dubbio: l’aggravante terroristica era la questione più importante da dimostrare?

 

 

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ergastolo al bomber della Morvillo

BrindisiReport è in caricamento