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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Esame da avvocato copia e incolla: reato estinto per 19 praticanti

Superato il periodo di messa alla prova: attività di volontariato per sei mesi

BRINDISI – Sei mesi di messa alla prova per arrivare all’estinzione del reato legato al copia e incolla in occasione dell’esame da avvocato nel 2012: il giudice del Tribunale di Lecce ha disposto di “non doversi procedere” nei confronti di 19 praticanti, cinque dei quali brindisini, che hanno appellato il decreto penale di condanna a 11.250 euro.

La pronuncia che di fatto cancella l’imputazione per gli aspiranti avvocati è arrivata nel pomeriggio di ieri, a conclusione dell’udienza incardinata davanti al giudice Silvia Saracino. A conclusione del periodo prestato dai 19 imputati presso associazioni e cooperative di volontariato oppure presso gli uffici dei servizi sociali dei comuni di residenza, il giudice ha valutato il lavoro svolto e ha dichiarato superato il semestre.

In 22, invece, hanno rinunciato alla messa alla prova per affrontare il processo: dovranno difendersi dall’accusa di aver copiato il compito nella sessione del mese di dicembre 2012. Le prove si svolsero nelle giornate dell’11, 12 e 13 dicembre nelle aule del campus universitario Ecotekne di Monteroni di Lecce.

Secondo quanto contestato nel capo di imputazione, i candidati avrebbero tenuto il telefonino cellulare, riuscendo ad eludere i controlli, per poi farne uso con accessi on line per ricevere mail o suggerimenti su whatsapp. Le indagini furono svolte dalla Polizia postale e delle telecomunicazioni di Bari e Lecce, sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica del capoluogo salentino con Cataldo Motta titolare del fascicolo e portarono i praticanti sotto accusa per  “falsa attribuzione di un elaborato altrui previsto dall’articolo 1 di una vecchia legge, la numero 475 del 1925, con successive modifiche, tali da rendere attuale quelle previsioni con l’inserimento di condotte riconducibili ai suggerimenti esterni via telefonini cellulari”.

Un migliaio di candidati, provenienti dalle province di Lecce, Brindisi e Taranto parteciparono alle tre prove fra diritto penale, civile e nella stesura di un atto. La scoperta di anomalie arrivò in sede di correzione, quando la Corte d’Appello di Catania, trovò compiti uguali oppure copiati da noti siti internet specializzati in giurisprudenza e disciplina forense. Venne a galla che più di qualcuno riuscì a usare il telefonino cellulare. La prova, quindi, venne annullata.

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