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Cronaca

Falesia killer, ci sono sei indagati

BRINDISI – Falesia killer, inchiesta chiusa ed ora arriva il momento della verifica delle responsabilità per la morte del 29enne ricercatore tarantino Paolo Rinaldi, 29 anni, causata da una frana la mattina del 21 ottobre 2010. Sei gli indagati ai quali il pm Antonio Costantini ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini. L’ipotesi di reato di omicidio colposo riguarda Enzo Epifani e Alessandro Ciccolella, rispettivamente presidente e direttore del consorzio di gestione dell’oasi di Torre Guaceto, Franco Marinò il guardaparco che esattamente un anno fa rimane travolto, per fortuna con conseguenze non gravi, insieme al giovane ricercatore, i legali rappresentanti di Universus Csei, Antonio e Ettore Ruggiero.

BRINDISI – Falesia killer, inchiesta chiusa ed ora arriva il momento della verifica delle responsabilità per la morte del 29enne ricercatore tarantino Paolo Rinaldi, 29 anni, causata da una frana la mattina del 21 ottobre 2010. Sei gli indagati ai quali il pm Antonio Costantini ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini. L’ipotesi di reato di omicidio colposo riguarda Enzo Epifani e Alessandro Ciccolella, rispettivamente presidente e direttore del consorzio di gestione dell’oasi di Torre Guaceto, Franco Marinò il guardaparco che esattamente un anno fa rimane travolto, per fortuna con conseguenze non gravi, insieme al giovane ricercatore, i legali rappresentanti di Universus Csei, Antonio e Ettore Ruggiero.

Universus è l’ente per conto del quale Paolo Rinaldi stava effettuando degli studi sull’erosione della costa assieme ad una collega. Indagato anche, per l’omessa apposizione di segnali di pericolo, il dirigente dell’ufficio traffico del Comune di Brindisi Carlo Cioffi. La tragedia avvenne intorno alle 10,30 in contrada Apani, sulla costa brindisina, nei pressi dell’ oasi protetta di Torre Guaceto, esattamente lungo il tratto di circa cinque chilometri, più volte dichiarato a rischio dagli esperti. Paolo Rinaldi si trovava sul posto insieme alla collega Anna Scarlino, 30 anni, accompagnati dal guardaparco 44enne Franco Marinò, di Carovigno, stavano misurando l’erosione del litorale, attività prevista dal corso “Tecnico Gis per la gestione delle coste e delle aree rurali” bandito dall’Universus leccese.

Secondo gli attuali indagati, il sopralluogo sfociato in incidente mortale non era nel programma stabilito. Perlatro, proprio il Consorzio di Torre Guaceto, per primo, aveva segnalato i fattori di rischio di quei pochissimi chilometri di costa, commissionando una indagine, poi inviata qualche anno fa agli enti direttamente interessati con la richiesta di interdire i tratti pericolosi. I due ricercatori stavano mettendo a punto studi utili a cristallizzare quel pericolo in dati.

Paolo Rinaldi, per verificare alcune condizioni, si avventurò ai piedi del costone, mentre Marinò lo seguiva dappresso e Anna Scarlino restava a qualche metro di distanza. Un blocco della scarpata si staccò all’ improvviso, franando addosso al giovane ricercatore. Vani i soccorsi, sia pure tempestivi. Anna Scarlino rimase fortunatamente illesa, Marinò se la cavò con una prognosi di pochi giorni, e uno stato di shock comprensibile.

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