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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Ferimento parente dello spacciatore: non fu vendetta, ma il padre di una ragazza

FRANCAVILLA FONTANA – Il ferimento del diciannovenne Danilo Pucci non avrebbe (usiamo il condizionale solo perché le indagini non sono concluse) nulla a che vedere con vendette trasversali conseguenti all’arresto di sei presunti spacciatori di droga, tra i quali un omonimo del ferito. Danilo Pucci, raggiunto da un colpo di pistola calibro 22, ad una coscia, sarebbe stato ferito dal padre di una ragazza con la quale Pucci la sera del 31 ottobre scorso fu sorpreso in intimità.

FRANCAVILLA FONTANA – Il ferimento del diciannovenne Danilo Pucci non avrebbe (usiamo il condizionale solo perché le indagini non sono concluse)  nulla a che vedere con vendette trasversali conseguenti all’arresto di sei presunti spacciatori di droga, tra i quali un omonimo del ferito. Danilo Pucci, raggiunto da un colpo di pistola calibro 22, ad una coscia, sarebbe stato ferito dal padre di una ragazza con la quale Pucci la sera del 31 ottobre scorso fu sorpreso in intimità.

La notizia è trapelata nella tarda serata di ieri dallo stretto riserbo con il quale i carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana procedono nelle indagini. Pare che abbiano anche individuato il nome dell’uomo che sparò. E’ probabile che lo fece senza l’intenzione di colpire il bersaglio: un colpo sparato verso il basso per spaventare il fidanzato, non gradito, della figlia. Ma il colpo si conficcò nella coscia e tutto si complicò.

In pratica la sera del 31 questo genitore avrebbe sorpreso, non sappiamo dove (non è da escludere in casa), la figlia e Danilo Pucci in atteggiamento ritenuto sconveniente. Lo redarguì, probabilmente lo minacciò. Forse il ragazzo reagì. Fatto sta che l’uomo avrebbe impugnato la pistola calibro 22 ed esploso il colpo mettendo fine alla storia: Pucci non doveva farsi più vedere e doveva lasciar perdere la figlia.

Pucci fu accompagnato in ospedale da un amico. Era sera inoltrata. “Sono stato ferito non so da chi nei pressi della villa comunale”, disse ai medici prima ed ai carabinieri dopo. Le ricerche del bossolo non portarono a nessun risultato. Nei pressi della villa non c’erano nemmeno tracce di sangue. Che si trattava di un calibro 22 i carabinieri lo stabilirono quando i medici estrassero l’ogiva dalla coscia del ragazzo.

Era evidente che non era stato ferito lì. Fu ipotizzato che la gambizzazione rientrava nella guerra di malavita. D’altro canto la sera dell’8 ottobre era stato ammazzato il francavillese Vincenzo Della Corte in un locale di San Michele Salentino; qualche giorno prima erano stati arrestati sei presunti spacciatori di droga e poche ore dopo era stata bruciata la vettura del parente di uno di essi, e, infine, ad aggravare il quadro, la settimana scorsa in un agguato lungo la statale 7 è stato ammazzato il 18enne Francesco Ligorio e ferito gravemente Nicola Canovari.

Ritenere che anche la gambizzazione di Pucci potesse entrare in questo contesto non era peregrino. Ora invece la svolta: non si tratterebbe di regolamento di conti malavitoso, ma di una storia di amore e sesso, forse solo di sesso, comunque di un genitore che non avrebbe gradito trovare la figlia a letto con un ragazzo.

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