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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Flash/ Il droga-store a sud di Brindisi

Era la zona sud del Brindisino l’area dove un gruppo della criminalità organizzata leccese faceva shopping di cocaina ed hascisc, una delle tante attività gestite dal clan assieme al contrabbando, le estorsioni, il gioco d’azzardo, potendo contare su armi, esplosivi ed un forte potere intimidatorio, sottolinea la Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Il gruppo criminoso era quello capeggiato da Pasquale “Maurizio” Briganti, leccese trapiantato a Bolzano, con una solida sponda in carcere presso il boss detenuto Salvatore Caramuscio. La moglie di questi, Simona Sallustio, assieme a Briganti, ai coniugi Giuseppe Nisi e Carmela Merlo, e a Stefano Ciurlia, sono colpiti da un’ordinanza che prevede anche il 416 bis, l’associazione di stampo mafioso.

Era la zona sud del Brindisino l’area dove un gruppo della criminalità organizzata leccese faceva shopping di cocaina ed hascisc, una delle tante attività gestite dal clan assieme al contrabbando, le estorsioni, il gioco d’azzardo, potendo contare su armi, esplosivi ed un forte potere intimidatorio, sottolinea la Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Il gruppo criminoso era quello capeggiato da Pasquale “Maurizio” Briganti, leccese trapiantato a Bolzano, con una solida sponda in carcere presso il boss detenuto Salvatore Caramuscio. La moglie di questi, Simona Sallustio, assieme a Briganti, ai coniugi Giuseppe Nisi e Carmela Merlo, e a Stefano Ciurlia, sono colpiti da un’ordinanza che prevede anche il 416 bis, l’associazione di stampo mafioso.

Ci sono 62 nomi nella lista degli indagati, 49 dei quali da arrestare, di questi solo otto hanno beneficiato dei domiciliari, non pochi erano già detenuti per altro. L’elenco dei brindisini, tutti del quadrilatero compreso tra Torchiarolo, S. Pietro Vernotico, Cellino S. Marco e Tuturano, si ferma a 15, tre dei quali indagati a piede libero. Le indagini erano partire nel 2009, sostanzialmente dall’attentato alla videoteca Cinemastore che poi ha dato il nome all’operazione scattata questa mattina alle 4 in vari centri, anche nell’Italia Settentrionale, da parte della squadra mobile di Lecce, che ha condotto l’attività investigativa, e della Squadra mobile di Brindisi.

Colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere Domenico D’Agnano, “Nerone”,  44 anni di S. Pietro, già detenuto; Stefano Elia, 37 anni, di Torchiarolo; Andrea Marullo, 28 anni di S. Pietro, residente a Sassuolo; Cosimo “Mino” Perrone, 29 anni di Torchiarolo, che si trovava ai domiciliari ed è passato in carcere; Daniele Poso, 26 anni di S. Pietro, già detenuto; Raffaele Renna, 33 anni di S. Pietro, già detenuto; Pierpaolo Ricciato, 39 anni di Tuturano, preso a Pavia dove si trovava per lavoro; Daniele Rizzo di 35 anni, di Cellino S. Marco; Saverio Rizzo di 46 anni, di S. Pietro; Marcello Solazzo, 29 anni di S. Pietro; Cristian Tarantino, 24 anni, di S. Pietro, già detenuto. A piede libero, Romolo Cennamo, 50 anni di S. Pietro; Annalisa De Rinaldis, 46 anni di Torchiarolo, e Salvatore Notarnicola, 31 anni, di Torchiarolo.

I brindisini arrestati rispondono quasi tutti dell’’articolo 74 del Dpr n. 309/90 che prevede e punisce il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Secondo le ipotesi accusatorie, infatti, il clan Briganti si approvvigionava di cocaina ed hascisc, in ordine cronologico, da Gianluca Saponaro poi ammazzato a Cellino S. Marco, e Marcello Solazzo; poi da Pierpaolo Ricciato; quindi dai due Rizzo; successivamente presso D’Agnano, Renna e Tarantino; infine dal barese Vincenzo Zonno.

Per la cronaca, oltre a Ricciato, è stato catturato in trasferta anche Marcello Solazzo, capocantiere impiegato di una ditta esterna  di Monfalcone (Gorizia) operante presso Fincantieri. Solazzo risiede ufficialmente a Ronchi dei Legionari. Gli uomini della squadra mobile di Gorizia, dopo averlo rintracciato su richiesta dell'omologo ufficio di Lecce che ha condotto le indagini, lo hanno arrestato e condotto alla casa circondariale della città friulana.

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