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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Fotovoltaico col trucco, anche il Riesame conferma il sequestro dell'impianto

BRINDISI - Sequestro confermato, non solo dal giudice per le indagini preliminari Paola Liaci, ma anche dal Tribunale del Riesame

BRINDISI - Sequestro confermato, non solo dal giudice per le indagini preliminari Paola Liaci, ma anche dal Tribunale del Riesame: il collegio presieduto dal giudice Francesco Cacucci , Luca Scuzzarella e Vittorio Testi a latere, ha avallato in toto il provvedimento della procura che il 21 marzo scorso ha fatto finire sotto sigillo un megaimpianto fotovoltaico a San Donaci, frazionato artificiosamente in cinque impianti da un megawatt l’uno per aggirare le procedure autorizzative, almeno secondo l’accusa. Il dispositivo di rigetto delle istanze presentate dal collegio difensivo dei dieci indagati. 

In attesa del deposito delle motivazioni, il Riesame è lapidario: “Confermata l’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal giudice per le indagini preliminari il 30 marzo 2011. Condanna tutti i ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento e riserva il deposito della motivazione nel termine di legge”, ossia i rituali 90 giorni.

La storia che ha fatto salire altissima la tensione fra gli schieramenti in seno al consiglio comunale di San Donaci, maggioranza di centrosinistra e opposizione in sostanza tentano di scaricarsi a vicenda la primogenitura delle autorizzazioni, è storia nota. Se non fosse intervenuta per tempo la procura di Brindisi, questa è la morale, non si immagina di quali proporzioni sarebbero stati i danni paesaggisti e ambientali al territorio.

Per effetto dell’inchiesta firmata a quattro mani dal procuratore capo Marco Dinapoli e dal vice procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, salta per la prima volta il gioco degli impianti fotovoltaici divisi solo formalmente in diversi lotti da un’unica e reale società titolare dell’operazione per aggirare l’obbligo della Valutazione di impatto ambientale, e procedere invece con la sola Dichiarazione di inizio attività. I carabinieri del Noe di Lecce hanno notificato il decreto di sequestro preventivo di primavera, a carico di unaSrl con sedi legali a Roma e Messina, la Società agricola energetica europea, cui fanno effettivamente capo altre società cui erano riconducibili i singoli impianti artificiosamente frazionati.

Il provvedimento di sequestro riguarda cinque impianti, per una potenza installata di 5 megawatt e una estensione occupata di 50mila metri quadrati. Le ipotesi di reato vanno dalla mancata autorizzazione a costruire all’assenza dei necessari nulla osta dal punto di vista paesaggistico, ipotesi delle quali sono chiamate a rispondere dieci persone direttamente o indirettamente collegate tra loro e all’impresa-madre, la Società agricola energetica europea.

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