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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Estorsioni agli imprenditori con 'delitto': dodici assoluzioni e due condanne

utti assolti con formula piena tranne due. E' l'esito di un processo per associazione per delinquere finalizzata alle assoluzioni iniziato nel 2010 e conclusosi ieri con la decisione del Tribunale di Brindisi (Chiarelli, Cacucci e Nestore).

BRINDISI - Tutti assolti con formula piena tranne due. E’ l’esito di un processo per associazione per delinquere finalizzata alle assoluzioni iniziato nel 2010 e conclusosi ieri con la decisione del Tribunale di Brindisi (Chiarelli, Cacucci e Nestore). Gli imputati sono quasi tutti di Francavilla Fontana e per tutti il pm Luca Buccheri aveva invocato condanne a pene fino a 9 anni di reclusione.

Gli unici per i quali è stata accertata la responsabilità in merito ai reati contestati sono Maria Giuseppa Cinefra (avvocato Michele Fino), condannata a 5 anni, e Fulvio Pagliara (avvocato Gianfrancesco Castrignanò), un imprenditore di Mesagne, condannato a 2 anni per bancarotta e inabilitato per dieci anni all’esercizio di un’impresa commerciale per dieci anni. Figurava tra le parti offese nel processo per estorsioni, ma è stato unificato il suo procedimento a quello che riguardava tutti gli altri imputati. Gli assolti invece sono dodici e sono: Antonio Spina (avv. Domenico Attanasi), Nazareno Ubaldini (avv. Michele Fino), Francesco Cinefra, Cosimo Rochira (avv. Michele Fino), Mino Di Punzio (avv. Vito Epifani), Giusepp Galiano (avv. Michele Fino), Florindo Iurlaro (avv. Vito Epifani), Luigi Lieti (avv. Luca Perrone), Gianluca Caroli (avv. Pietro Zanzarelli), Sergio Maria Barbara (avv. Raffaele Chirico)  e Oronzo Greco (avv. Davide De Giuseppe).

Già in udienza preliminare era stato prosciolto l’imputato Raffaele Maria Spina (avv. Domenico Attanasi). Una vicenda complessa, che si sviluppa a partire dal 2004, quando l'imprenditore Giuseppe Iaia denuncia un tentativo di estorsione. L'imprenditore nei mesi precedenti aveva subito diversi attentati ai suoi esercizi commerciali. Non era riuscito a spiegarsi il motivo, sino a quando si presenta Maria Cinefra che gli avrebbe offerto la protezione dello zio Angelo Putignano, appena uscito dal carcere.

Putignano di lì a poco verrà assassinato in uno scontro all'interno di questo gruppo, che per altro fu ascoltato in diretta tramite intercettazioni telefoniche della Squadra mobile di Brindisi. 

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