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Cronaca

Furti di rame da ex base Usaf: uno non risponde al gip, gli altri ammettono addebiti

Quattro di loro hanno ammesso gli addebiti mentre uno si è avvalso della facoltà di non rispondere. È questo l'esito dell'interrogatorio di garanzia che hanno affrontato i cinque accusati di furti di rame dall'ex base Usaf

BRINDISI – Quattro di loro hanno ammesso gli addebiti mentre uno si è avvalso della facoltà di non rispondere. È questo l’esito dell’interrogatorio di garanzia che hanno affrontato i quattro cugini Rillo di Brindisi Antonio e Francesco  24 anni, Andrea 31 anni, Paolo 25 anni e Salvatore Balestra 28 anni, raggiunti all’alba di ieri, lunedì 18 aprile, da un’ordinanza di applicazione delle misure coercitive personali degli arresti domiciliari (per Antonio, Paolo e Francesco) e dell’obbligo di dimora nel comune di residenza (per Andrea e Balestra) perché accusati di furto aggravato e continuato in concorso. Avrebbero rubato, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Brindisi, rame, metalli e materiale ferroso in generale dall’ex base Usaf, situata sulla strada provinciale per San Vito dei Normanni. Furti perpetrati in più occasioni, studiati a tavolino e considerati come lavoro. “L’attività svolta dagli indagati viene da loro stessi considerata come un vero e proprio lavoro, esercitato con solerzia ed al tempo stesso con ostinazione”, ha scritto il gip  Stefania De Angelis nell’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pubblico ministero Milto Stefano De Nozza, sulla base delle indagini svolte dai militari dell’Arma.

E poi ancora il reato di “Concorso in furto continuato pluriaggravato” si configura perché “in concorso tra loro con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con violenza consistita nel danneggiare la rete metallica, realizzandovi un varco, posta a protezione passiva della struttura militare “ex base usaf”, si introducevano all’interno della stessa e, al fine di trarne profitto per sé o altri, si impossessavano di diverse ed imprecisate quantità di cavi di rame, sottraendoli al legittimo proprietario da identificarsi nel Ministro della Difesa pro-tempore”. Fatto aggravato per essere stato commesso da tre persone con violenza sulle cose, ovvero su cose esistenti in uno stabilimento pubblico e su componenti metalliche”.

Francesco Rillo, difeso dall’avvocato Giuseppe Guastella e Antonio, Andrea e Paolo Rillo, assistiti dall’avvocato Gianvito Lillo hanno ammesso gli addebiti senza però entrare nel merito della vicenda mentre Balestra, difeso dall’avvocato Mauro Durante, si è avvalso della facoltà di non rispondere. 

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