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Cronaca

Furti in aeroporto, tre scarcerazioni

BRINDISI – Cinzia Angolano, Andrea Torino e Antonella Negro scarcerati. In cinque tacciono, gli altri tre si giustificano. Si conclude così il primo atto dell’interrogatorio di garanzia degli otto vigilanti dell’Ivri sorpresi, secondo l’accusa, ad alleggerire i bagagli dei passeggeri in transito all’Aeroporto del Salento. Con un debole per i cinesi. Ed è proprio il canale cinese uno dei punti di forza sfoderato dalla difesa a sostegno dei principali indagati: Massimo Devicienti, 45 anni, di Mesagne, e Domenico Muccio, 32 anni, di Brindisi, fanno cena muta di fronte al giudice per le indagini preliminari Valerio Fracassi.

BRINDISI – Cinzia Angolano, Andrea Torino e Antonella Negro scarcerati. In cinque tacciono, gli altri tre si giustificano. Si conclude così il primo atto dell’interrogatorio di garanzia degli otto vigilanti dell’Ivri sorpresi, secondo l’accusa, ad alleggerire i bagagli dei passeggeri in transito all’Aeroporto del Salento. Con un debole per i cinesi. Ed è proprio il canale cinese uno dei punti di forza sfoderato dalla difesa a sostegno dei principali indagati: Massimo Devicienti, 45 anni, di Mesagne, e Domenico Muccio, 32 anni, di Brindisi, fanno cena muta di fronte al giudice per le indagini preliminari Valerio Fracassi.

I loro difensori, gli avvocati Mauro Durante e Vito Epifani, attendono di studiare in modo approfondito le carte processuali prima di presentare istanza di rimessione in libertà. Rispondono di peculato, in qualità di incaricati di un pubblico servizio, insieme con altri sei vigilanti dello stesso istituto arrestati il 17 aprile scorso dai poliziotti della Polizia di frontiera diretta dal vice questore Salvatore De Paolis. L’accusa sostenuta dal sostituto procuratore Milto De Nozza: aprivano i bagagli dei passeggeri dello scalo brindisino e si impossessavano di beni in essi contenuti.

Tutto gli otto vigilanti erano finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Caccia al Tesoro. Oltre a Devicienti e Muccio, anche Donato Tasco, 47 anni, brindisino, Claudio Malvaso, 33 anni, di Mesagne, Cinzia Angolano, 34 anni, di Brindisi, Antonella Negro, 26 anni, di Brindisi, Antonio Binetti, 38 anni, brindisino, e Andrea Torino, 24 anni, di Brindisi. Per i primi quattro il pubblico ministero aveva chiesto gli arresti in carcere, mentre per gli altri i domiciliari. Il gip, invece, data la mancanza di precedenti penali, aveva optato per gli arresti domiciliari per tutti.

A supportare la tesi che Devicienti e Muccio non avrebbero commesso nulla di illecito e, i difensori hanno evidenziato che nel febbraio del 2009, quando furono rinvenuti ottantamila euro nella valigia di un cittadino cinese, il denaro fu consegnato alla Dogana e sottoposto a sequestro. L’Ivri consegnò ai due vigilanti un attestato di benemerenza scritto (un elogio) per il loro comportamento preso ad esempio come modello di onestà. Cinzia Angolano, difesa dall’avvocato Gianvito Lillo, ha risposto alle domande del giudice Fracassi, spiegando che il caricabatteria per telefonini Nokia del passeggero Gianfranco De Vito, lo aveva utilizzato momentaneamente per ricaricare il suo cellulare.

L’avvocato Lillo ha chiesto la revoca del provvedimento restrittivo e quindi la rimessione in libertà. Tasco, Malvaso e Binetti, difesi dall’avvocato Massimo Manfreda si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Mentre Andrea Torino, difeso dall’avvocato Giacomo Serio, e Antonella Negro, difesa dagli avvocati Marcello Petrelli e Giuseppe Negro, hanno risposto alle domande del giudice dando spiegazioni alle accuse che vengono loro mosse.

Tutti i passeggeri che hanno sporto denuncia lamentavano la manomissione dei loro bagagli e la sparizione sia di oggetti di valore (due orecchini e un bracciale), denaro in contante (dodicimila euro) e oggetti vari come due telefonini, un carica batteria per telefoni cellulari Nokia, un profumo marca Ferrari, di avere tentato di appropriarsi di una play station con relativo cavo. Oggetto al quale Muccio e Tasco rinunciano perché il primo ha casualmente rinvenuto la microcamera che i poliziotti, autorizzati dal giudice, hanno sistemato nello stanzino attiguo alla zona di controllo Bhs.

Il sistema utilizzato dagli otto vigilanti era abbastanza semplice, sostengono investigatori e il magistrato inquirente. Gli indagati controllavano per doveri di ufficio con i raggi X i bagagli prima dell’imbarco. Quando adocchiavano qualcosa di valore, portavano la relativa valigia nella stanzetta riservata e lì l’aprivano portando via i beni di loro interesse.

La vicenda, va rimarcato, ha gettato non pochi colleghi e colleghe degli indagati in uno stato di pesante disagio psicologico, per l’impatto che la stessa ha avuto sull’immagine del servizio e di conseguenza anche su quella di tutti i coloro che onestamente fanno il loro lavoro nella security portuale. Si sono sentiti tutti sotto i riflettori e sotto il tiro delle critiche anche se incolpevoli. E’ molto facile fare di tutta l’erba un fascio, per fortuna le cose non stanno assolutamente così. Il personale Ivri in servizio all’aerostazione di Brindisi è composta da circa 30 unità e dal giorno del blitz anche per gli addetti estranei ai fatti è cominciato un tunnel dal quale non si è ancora usciti.

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