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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Furti nei bagagli, fine indagini

BRINDISI - Perfino i generi alimentari e le cartoline con i saluti da Brindisi: stando alle risultanze dell’inchiesta sui furti all’aeroporto del Salento, vigilantes e operatori si lasciavano attirare non soltanto dai contanti, Playstation e iPad, ma anche da tutt’altro genere di roba, dal valore irrisorio. Mettere le mani nei bagagli altrui era quindi diventata una mania. Sono sette le persone alle quali è stato notificato nei giorni scorsi un avviso di conclusione delle indagini per concorso in peculato e in taluni casi per omessa denuncia.

BRINDISI - Perfino i generi alimentari e le cartoline con i saluti da Brindisi: stando alle risultanze dell’inchiesta sui furti all’aeroporto del Salento, vigilantes e operatori si lasciavano attirare non soltanto dai contanti, Playstation e iPad, ma anche da tutt’altro genere di roba, dal valore irrisorio. Mettere le mani nei bagagli altrui era quindi diventata una mania. Sono sette le persone alle quali è stato notificato nei giorni scorsi un avviso di conclusione delle indagini per concorso in peculato e in taluni casi per omessa denuncia.

In due avevano patteggiato la pena in fase preliminare, per i restanti si profila una probabile richiesta di giudizio da parte del pm titolare del fascicolo, Milto De Nozza, che ha coordinato le indagini condotte nel cuore dell’estate del 2011 dagli agenti della Polizia di frontiera diretti da Salvatore De Paolis, e che portarono nell’aprile scorso all’esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare.

Gli indagati sono Donato Tasco, 47 anni, di Brindisi, Claudio Malvaso, 34 anni, di Mesagne, Cinzia Angolano, 34 anni di Brindisi, Antonella Negro, 26 anni, brindisina, Antonio Binetti, 38 anni, di Brindisi, Andrea Torino, 24 anni, brindisino, tutti all’epoca dei fatti guardie particolari giurate dell’Ivri, e Antonio Lazzoi, brindisino di 27 anni, operaio aeroportuale della ditta Oasis. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Massimo Manfreda, Livia Orlando, Santo Giorgio Dellomonaco, Vito Epifani, Gianvito Lillo, Giuseppe Negro, Marcello Petrelli, Rolando Manuel Marchionna, Danilo Di Serio.

Sono quattordici i capi di imputazione, più o meno tanti quanti sono gli episodi filmati da una microcamera che era stata piazzata sul soffitto dello “stanzino” adibito al controllo radiogeno dei bagagli. Il primo risale all’estate del 2009 quando furono prelevati dal bagaglio di un viaggiatore cinese 12mila euro che, opportunamente ripartiti, toccarono a due vigilantes. Il 3 agosto del 2011, poi, inizia la sfilza di razzie.

Passato ai raggi x il bagaglio di un altro cittadino cinese in partenza da fiumicino, due guardie giurate individuarono un paio di orecchini, una collana e 2 coltellini. Recise le fascette di sicurezza, fu un gioco da ragazzi infilare le mani, frugare e trovare i preziosi. Se ne occupò uno fra coloro che hanno patteggiato la pena e che è quindi fuori dall’inchiesta e dall’eventuale processo. Il suo “palo”, però, risponde sia di peculato in concorso che di omessa denuncia. Dopo gli orecchini toccò a un telefonino marca Ngm, un profumo marca Ferrari e un caricabatteria per Nokia e un iPad Apple che fu poi rivenduto.

Dei dieci episodi contestati, quattro sono tentativi andati in fumo per varie ragioni: una volta perché c’era la chiusura a combinazione, un’altra volta perché della semplice carta era stata scambiata per banconote attraverso il video del sistema Bhs, un’altra volta ancora perché subito dopo essersi impossessati di una Playstation, uno dei due vigilantes si accorse della presenza di una delle cinque microcamere (e svariati microfoni spia) piazzati dalla Polaria nel locale, e si affrettò col collega a riporre tutto in valigia. E un’altra volta solo perché la valigia era stata già ripassata da altri del gruppo degli otto.

Le cattive abitudini della “anonima svuotabagagli” si conclusero al grido di ““E’ una camera! C’è la camera. Chissà da quanto. Sono fottuto”. In memoria, però, c’erano già diverse ore di filmato.

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