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Cronaca

Gambizzazione al Paradiso: “Era buio, non ho visto chi mi ha sparato”

Secondo i carabinieri, Cosimo Remitri, mercoledì sera aveva un appuntamento. Il ferito però non è riuscito a fornire elementi utili alle indagini

BRINDISI – “Era buio pesto, non ho visto nulla. Non ho visto chi mi ha sparato, ho solo sentito un fortissimo dolore al ginocchio destro”. Non ha fornito alcun elemento utili alle indagini Cosimo Remitri, 26 anni, originario di San Vito dei Normanni, ferito mercoledì sera attorno alle 23, in via Carducci, quartiere Paradiso, da un colpo di pistola calibro 7,65. Il proiettile lo ha raggiunto al ginocchio destro mentre stava percorrendo la strada che costeggia la palazzina chiamata anche “corazzata”. Il giovane, trasportato subito dopo al pronto soccorso dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi, ha riportato una ferita giudicata guaribile in trenta giorni, salvo complicazioni.

Il referto medico è stato già acquisito dai carabinieri, i primi ad arrivare sul posto assieme all’ambulanza del 118. I militari hanno interrogato Remitri come persona offesa, ma a quanto si apprende non hanno avuto alcun tipo di informazione per le indagini. Né sono stati trovati, al momento, testimoni.

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L’ipotesi investigativa

Secondo gli investigatori, il brindisino quella sera aveva un appuntamento. Avrebbe incontrato qualcuno in zona per affrontare una questione probabilmente rimasta aperta da tempo. Secondo questa ipotesi di lavoro, Remitri  e il suo interlocutore (o più di uno) avrebbero avuto un diverbio, poi regolato con il colpo di pistola che, in questa chiave di lettura, sarebbe da intendere come un avvertimento se non come un regolamento. La pista, ovviamente, deve essere riscontrata.

Non sembra avere rilevanza ai fini dell’identificazione dei responsabili, il precedente di Remitri legato all’accusa di favoreggiamento del periodo di latitanza di Andrea Romano, brindisino, poi arrestato per l’omicidio di Cosimo Tedesco, avvenuto la mattina del primo novembre 2014 nell’appartamento dello stesso Romano, in una palazzina del rione Sant’Elia, in piazza Raffaello. Remitri venne arrestato, prima ai domiciliari il 21 maggio 2015 e qualche mese dopo in carcere, nel frattempo è finito sotto processo ed è stato condannato in primo grado alla pena di tre anni di reclusione. L’imputato, assistito dall’avvocato Giacomo Serio del foro di Brindisi, è in attesa della fissazione del processo d’appello.

I precedenti

Né sembra, per lo meno al momento, che vi siano elementi tali da ricondurre la sparatoria alla guerra di mala iniziata a Brindisi lo scorso mese di settembre, con i colpi di kalashnikov esplosi contro la palazzina in cui risiede la famiglia di Christian Ferrari, la mattina dopo che il giovane aveva ottenuto un permesso premio per lasciare la comunità in cui è ristretto per la rapina da centomila euro ai danni della gioielleria Follie d’Oro del centro commerciale Le Colonne. L’episodio è stato contestato ad Antonio Borromeo, fermato dai carabinieri il 7 novembre scorso: l’arresto, dopo la convalida da parte del gip, è stato confermato da Riesame. Al pari di quelli di Antonio Lagatta, Michael Maggi, Claudio Rillo, tutti ritenuti appartenenti al gruppo considerato opposto a quello di Borromeo, ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita sotto la voce Alto impatto degli uomini dell’Arma.

In altri termini, la sparatoria in via Carducci sarebbe da collegare a una circostanza definita sulla quale sono in corso verifiche, anche attraverso la definizione della rete di conoscenze e frequentazioni di Cosimo Remitri e parallelamente sono state disposte perquisizioni.

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