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Cronaca

Gambizzazione in via Cellini, chiesto il processo per tre brindisini

Giudizio immediato per Burim Tatani, ritenuto esecutore materiale, e per i fratelli Mario e Gianluca Volpe, considerati complici. Il ferito Cosimo Iurlaro interrogato di nuovo dai carabinieri: "Non so chi mi ha sparato, quei tre non li conosco". La difesa in Cassazione dopo che il Riesame ha confermato il carcere: sono in cella dal 20 dicembre scorso

BRINDISI –  Giudizio immediato per i tre brindisini arrestati per la gambizzazione in via Benvenuto Cellini, rione Sant’Elia, di Brindisi: la Procura ha confermato le accuse e sostiene l’evidenza delle prove a carico di Burim Tatani, 30 anni, di origine albanese, ritenuto esecutore materiale della sparatoria avvenuta il 31 maggio 2016 nel rione Sant’Elia, e dei fratelli brindisini Mario Salvatore Volpe, 21, e Gianluca Volpe, 19, considerati complici nel ferimento di Giuseppe Caputo e Cosimo Iurlaro.

TATANI Burim, classe 1986-2Sono accusati tutti e tre di lesioni personali e di porto detenzione di una pistola, una calibro 9 per 19, mai ritrovata. Il movente della sparatoria è da ricondurre a “litigi tra le figlie di Caputo e i fidanzati con ragazzi del rione Sant’Elia”.  I difensori Mauro Durante e Cinzia Cavallo hanno chiesto l’ammissione al rito abbreviato, nel frattempo per Tatani il penalista ha depositato ricorso in Cassazione dopo che il Tribunale del Riesame di Lecce ha confermato la custodia in carcere, evidenziato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari, così come motivate nell’ordinanza di arresto eseguita dai carabinieri lo scorso 20 dicembre. (nella foto accanto Burim Tatani)

Entrambi i difensori avevano evidenziato dubbi sul riconoscimento dei tre indagati partendo dal contenuto delle intercettazioni ambientali, in ospedale, nella stanza in cui venne ricoverato Iurlaro. Quest’ultimo, nel frattempo finito ai domiciliari nell’inchiesta sull’esplosione dei bancomat in trasferta nelle Marche, ha chiesto di essere sentito dal pubblico ministero Pierpaolo Montinaro per precisare la sua posizione: “Non conosco chi mi ha sparato, né tanto meno qui tre”, avrebbe detto nel corso del nuovo interrogatorio davanti ai carabinieri su delega del pm inquirente, avvenuto nei giorni scorsi, alla presenza del suo difensore, Daniela d’Amuri. In un primo momento aveva riconosciuto la foto numerata corrispondente a Tatani, mentre parlando con i familiari disse non sapere niente sostenendo di essere stato sotto shock. Per il Riesame, in ogni caso, la sua testimonianza non sarebbe credibile per evitare possibili ripercussioni sul piano penale perché secondo i giudici sapeva che Caputo aveva un coltello nel marsupio.

VOLPE Salvatore Mario, classe 1995-2VOLPE Gianluca, classe 1997-2Nella ricostruzione accusatoria, gravi indizi sono anche le immagini registrate da una telecamera trovata dai carabinieri sul balcone di un appartamento di via Cellini. Nessuna collaborazione è stata offerta dai residenti che hanno assistito alla sparatoria, tanto che nell'ordinanza è stata censurata l'omertà. Le immagini mostrerebbero Gianluca Volpe che sferra un pugno al volto di Iurlaro, mentre Salvatore Mario Volpe sarebbe stato alla guida dello scooter T-Max. (nelle foto accanto i due fratelli Volpe)

I difensori hanno sollevato dubbi anche sul movente, non ritenendo  chiaro il motivo del diverbio. Non è neppure chiaro se la gambizzazione sia collegata o meno con l’aggressione a colpi di mazza da baseball avvenuta 15 giorni prima, sempre in via Cellini, di cui gli stessi carabinieri hanno appreso dalle conversazioni intercettate. Per quest'episodio non è mai stata sporta denuncia. C'è il racconto di una donna che sostiene di aver visto un ragazzo con la pancia che aveva un bimbo in braccio e che picchiava un altro che sembrava coetaneo.

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