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Gare truccate: Daleno si dichiara estraneo alle combine e torna libero

Torna in libertà Savino Daleno. Il consulente di mercato del Città di Brindisi è stato scarcerato nella serata di ieri (21 maggio) dal carcere di Trani, dove si trovava recluso dallo scorso 19 maggio su provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso a suo carico dalla Dda di Catanzaro, nell'ambito dell'inchiesta su un maxi giro di partite truccate

BRINDISI – Torna in libertà Savino Daleno. Il consulente di mercato del Città di Brindisi è stato scarcerato nella serata di ieri (21 maggio) dal carcere di Trani, dove si trovava recluso dallo scorso 19 maggio su provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso a suo carico dalla Dda di Catanzaro, nell’ambito dell’inchiesta su un maxi giro di partite truccate nei campionati di Serie D e Lega Pro. Difeso dall’avocato Giuseppe Cioce, Daleno ha risposto per tre ore alle domande del gip del tribunale di Trani, che lo ha ascoltato per rogatoria.

Daleno ha escluso ogni responsabilità sua e della società rispetto all’accusa di aver truccato i risultati delle partite Brindisi-San Severo 2-1 del 30 novembre 2014 e Pomigliano-Brindisi 0-4 del 13 dicembre 2014. Lo stesso pm ne ha chiesto la scarcerazione per mancanza di gravi indizi di colpevolezza.

Allo stato, quindi, cadono le accuse di frode sportiva e associazione di stampo mafioso contestate al consulente al sodalizio di via Benedetto Brin, il quale secondo la Dda di Catanzaro faceva parte di un sodalizio criminale che annoverava fra le sue file anche l’ex proprietario del Brindisi, Antonio Flora, l’ex vicepresidente, Giorgio Flora, e l’attuale proprietario, Vito Morisco.

Nei confronti di quest’ultimi, tuttora reclusi in regime di domiciliari, è caduto solo il reato associativo. Restano invece i capi di imputazione riguardanti le frodi perpetrate in occasione delle due gare affrontate dal Brindisi nel girone d’andata del campionato di Serie D. Nell’ambito dei rispettivi interrogatori di garanzia, svoltisi ieri davanti al gip del tribunale di Bari Francesco Agnino, Antonio Flora e Morisco avevano ammesso la sussistenza di entrambe le combine.  

Morisco, difeso dall'avvocato Gianluca Loconsole, aveva riferito al giudice di essere a conoscenza della combine con il San Severo ma di non avervi preso parte. Ha però ammesso di aver partecipato agli accordi per truccare la partita del 14 dicembre 2014 fuori casa contro il Pomigliano. Un giocatore campano avrebbe proposto la combine e Morisco avrebbe girato l'offerta al consulente di mercato del Brindisi, Savino Daleno (in carcere a Trani nell'ambito della stessa indagine), il quale materialmente avrebbe consegnato il denaro, 12 mila euro, al calciatore.

L'ex presidente del Brindisi Calcio Antonio Flora, difeso da Raffaele Quarta e Gaetano Castellaneta, ha invece ammesso entrambe le combine contestate dalla Dda di Catanzaro "dichiarando - scrive il giudice - di aver chiesto a Daleno di attivarsi per far vincere la propria squadra". Il figlio Giorgio ha però negato tutte le contestazioni "evidenziando che il padre - spiega il gip - non lo informava della gestione calcistica della squadra".

I poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro avevano intercettato una vastissima mole di conversazioni telefoniche intercorse fra Daleno e altre persone coinvolte nell'inchiesta (fra cui il direttore sportivo del Neapolis, Antonio Ciccarone) alla vigilia delle due partite incriminate. 

Secondo il gip Francesco Zecchillo, "Non vi era il minimo elemento, se non mere supposizioni, che facesse ritenere fondato il pericolo di fuga". Il giudice inoltre ritiene che "le valutazioni spese dal pm procedente, in vero, non si riferiscono in modo speficico al Daleno, ma ad altri ben più accorsati frodatori". A dette di Zecchillo, insomma, il coinvolgimento di Daleno nei fatti per cui è stato emesso il fermo è minore rispetto a quello delle altre persone indagate. Per questo è stata revocata la richiesta di custodia cautelare, con immediata rimessione in libertà del consulente del Brindisi.

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