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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Genetica e tangenti, assolta insegnante

CEGLIE MESSAPICA - Accompagnò il genetista, ma non sapeva nulla dei 50mila euro chiesti perché fosse favorevole la perizia disposta dal Tribunale civile per il riconoscimento di paternità e quindi per decidere su un’eredità contesa.

CEGLIE MESSAPICA - Accompagnò il genetista, ma non sapeva nulla dei 50mila euro chiesti perché fosse favorevole la perizia disposta dal Tribunale civile per il riconoscimento di paternità e quindi per decidere su un’eredità contesa.

E’ stata assolta oggi al termine di un processo con rito abbreviato celebratosi davanti al gup Maurizio Saso, Rachele Gemma Calandriello, 61 anni, insegnante di Potenza accusata di concorso in concussione con un genetista di Ceglie Messapica (Brindisi).

Quest’ultimo, consulente tecnico d’ufficio del Tribunale, avrebbe indotto a versargli parte di una somma di 50 mila euro una donna brindisina, che aveva intentato una causa per il riconoscimento della paternità di un defunto, al fine di ottenere l’eredità.

Il professionista, Cosimo Barletta, fu arrestato nel giugno del 2011. L’insegnate nell’ottobre successivo. Oggi si è celebrato il processo con rito abbreviato davanti al gup Maurizio Saso. Il pm Iolanda Daniela Chimienti aveva chiesto la condanna a un anno e dieci mesi di reclusione.

Il giudice, dopo una camera di consiglio lunga piu' di due ore, ha accolto la richiesta di assoluzione formulata dalla difesa della donna, sostenuta dall’avvocato Gianvito Lillo. La donna era accusata di aver fiancheggiato il professionista e di averlo accompagnato in un incontro con la vittima, circostanza che invece si e' verificata per puro caso, durante un periodo di vacanza trascorso dalla docente nel Brindisino.

Secondo l’accusa la Calandriello aveva contribuito a convincere la vittima della concussione a pagare la tangente richiesta da Cosimo Barletta, il 64enne professionista di Ceglie Messapica specializzato nella mappatura del Dna, e inserito nelle liste dei Ctu del tribunale brindisino.

Barletta, tuttavia, quei soldi non li ha mai incassati fatta eccezione per l’anticipo di duemila euro in banconote da 100 e 50 debitamente contrassegnate dai carabinieri della compagnia di Brindisi, che assieme ai colleghi della compagnia di S.Vito dei Normanni si erano appostati fuori dallo studio del genetista a Ceglie Messapica, per intervenire subito dopo la consegna della busta con i soldi da parte della vittima secondo un  piano preordinato, ed arrestare in flagranza di reato il professionista, come poi avvenne.

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