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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Giro di prostituzione in mano ai cinesi: casa d'appuntamento anche a Brindisi

Arrivava fino a Brindisi il raggio d'azione di un'organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione gestita da persone di nazionalità cinese, che è stato scoperto dai poliziotti della Squadra mobile di Pescara, in sinergia con le questure di Venezia, Prato, Rimini e Padova. Il clan controllava numerose case d'appuntamento in tutta Italia. Una di queste, appunto, si trovava a Brindisi

​BRINDISI – Arrivava fino a Brindisi il raggio d’azione di un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione gestita da persone di nazionalità cinese, che è stato scoperto dai poliziotti della Squadra mobile di Pescara, in sinergia con le questure di Venezia, Prato, Rimini e Padova. Il clan controllava numerose case d’appuntamento in tutta Italia. Una di queste, appunto, si trovava a Brindisi. 

Al loro interno venivano impiegate solo ragazze cinesi. Partite dalle rivelazioni di una delle prostitute, le indagini si sono culminate con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, su richiesta del pm Salvatore Campochiaro, nei confronti di tre uomini e tre donne, tutti di nazionalità cinese e con regolare permesso di soggiorno.

Grazie al ricorso a pedinamenti, appostamenti e intercettazioni, le forze dell’ordine hanno appurato il ruolo di assoluto dominio dei cinesi nel mercato del sesso “low cost”. Le ragazze venivano chiamate operaie. Molte di loro non sapevano parlare l’italiano. Dovevano soddisfare ogni richiesta dei clienti. La tariffa minima di una prestazione era pari a 30 euro.

Negli appartamenti in le ragazze ricevevano i clienti, di tanto in tanto il capo dell'organizzazione - una donna - o i suoi emissari si recavano per rifornirle di cibo e del necessario per vivere e lavorare, preservativi compresi, ma soprattutto per riscuotere i loro proventi. Nel corso delle indagini sono stati accertati ingenti trasferimenti di denaro in Cina attraverso operatori finanziari. 

Tre delle sei ordinanze di custodia cautelare devono ancora essere eseguite. Al vertice del sodalizio c’era una donna di 49 anni domiciliata a Venezia. I poliziotti l’hanno raggiunta in un casinò. Ma la straniera è riuscita a sfuggire di un soffio all’arresto.

Le manette ai polso sono scattate a Prato, in provincia di Padova e a Venezia. “Oltre alle tre case scoperte nel pescarese - ha spiegato il capo della Squadra mobile - sappiamo che l'organizzazione ne gestiva altre due, una a Roma e un'altra a Brindisi. Ma potrebbero essercene altre".

Nel corso di una conferenza stampa, i poliziotti hanno spiegato di aver ascoltato anche una decina di clienti, italiani fra i 20 e i 60 anni, e i proprietari delle case, ignari di quello che accadeva nelle abitazioni affittate; tutti hanno fornito validi elementi agli investigatori. I tre appartamenti erano in via Spaventa a Montesilvano (Pescara) e a Pescara in pieno centro, in Piazza Primo Maggio e Corso Vittorio Emanuele. Il giro d'affari superava i 90mila euro al mese.

La stessa Squadra mobile di Brindisi è impegnata nella lotta al mercato del sesso. Nel novembre del 2013, infatti, venne individuato un appartamento in via Pagano, a pochi metri dalla stazione ferroviaria, in cui dei trans sudamericani vendevano il loro corpo. Uno di loro, proveniente dalla Colombia, era in casa con un cliente proveniente dall’Africa al momento dell’irruzione degli agenti, che tenevano d’occhio da tempo l’abitazione. Furono alcuni residenti, stufi dell’incessante viavai di persone, a segnalare alle forze dell’ordine che qualcosa di insolito avveniva al pian terreno di quella palazzina. 

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