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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Torchiarolo

Gli immigrati ospiti a S.Gennaro hanno già adottato i randagi: ecco chi sono

Un viaggio nel nuovo Centro di accoglienza straordinaria nato nella marina di Torre San Gennaro, tra storie di guerra e speranza

TORRE SAN GENNARO – Il loro arrivo è stato preceduto da polemiche, post su Facebook in cui si manifestava disaccordo, minacce di alzare “barricate”, incontri pubblici e promesse che per il periodo estivo sarebbero stati allontanati dalla marina, per permettere un soggiorno più “confortevole” ai villeggianti. Ma chi sono questi 20 immigrati che a Torre San Gennaro hanno trovato alloggio in una struttura privata per effetto di un bando della Prefettura emanato nei mesi scorsi in cui si chiedeva ai cittadini di mettere a disposizione strutture per l’accoglienza? Sono cittadini che vengono dall’Iraq, dal Pakistan, dalla Guinea, dal Senegal e dal Mali, di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Cittadini che sfuggono alla ferocia dell’Isis, alla povertà assoluta, alle guerre. Cittadini che hanno lasciato moglie e figli con la speranza di un ricongiungimento, che hanno lasciato un lavoro, che sperano in una vita migliore.

cas immigrati san gennaro-2

Sono arrivati a Torre San Gennaro, marina del Comune di Torchiarolo, pochi giorni prima di Natale e quello che chiedono è solo protezione. Un diritto (d’asilo) garantito dall’art.10 comma 3 della Costituzione che vale la pena ricordare: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

I richiedenti asilo di Torre San Gennaro, che sin da subito hanno adottato la maggior parte dei randagi della marina, sono assistiti dalla cooperativa “Il Melograno” di Francavilla Fontana e alloggiano in una ex pensione (Lampara 2) situata sulla via principale, via Belvedere, di proprietà di un imprenditore di San Pietro Vernotico. Un edificio su due piani dotato di tutto ciò di cui hanno bisogno. Una grande cucina dove vengono preparati i pasti, una sala dove consumarli, camere e servizi igienici. Di tutto ciò, insomma che chiedeva il bando della Prefettura, prorogato più volte per mancanza di adesioni da parte degli Enti invitati a dare accoglienza.

Al momento, essendo arrivati da pochi giorni, per una questione organizzativa non c’è una navetta che possa portarli nei centri vicini (San Pietro Vernotico e Torchiarolo) dove ci sono più servizi, e vagano per la marina, si godono il mare aspettando momenti migliori anche se già essere in Italia, nella piccola marina di Torchiarolo, bella d'estate e dannata d'inverno, è una vittoria. Hanno chiesto un mezzo per spostarsi e dovrebbero ottenerlo a breve. Ad assisterli e coordinarli c’è un operatore in servizio h24, con cui sin da subito si è instaurato un rapporto di fiducia e amicizia. È stata messa a disposizione della struttura una bicicletta utilizzata da quasi tutti gli ospiti. Le giornate passano tra una passeggiata per le vie deserte e desolate della marina e qualche caffè in riva al mare. Hanno tutti il loro smartphone con cui si tengono in costante contatto con i famigliari lontani migliaia di chilometri, vedono i figli crescere attraverso lo schermo di telefonino. 

cas san gennaro immigrati-2

Come già detto, hanno adottato i randagi (cani e gatti) della marina, forniscono loro cibo e coccole e per gli amici a quattro zampe la ex “Lampara2” è già diventato un punto di riferimento. Sia di mattina che di pomeriggio i pelosi abbandonati si radunano intorno a queste persone che offrono loro tanto affetto.

I Cas, Centri di accoglienza straordinaria, “sono immaginati al fine di sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti.  Ad oggi costituiscono la modalità ordinaria di accoglienza. Tali strutture sono individuate dalle prefetture, in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata. La permanenza dovrebbe essere limitata al tempo strettamente necessario al trasferimento del richiedente nelle strutture seconda accoglienza”. Si legge su www.openmigration.org.

sbarco nave inglese-2

Il bando emanato dalla Prefettura di Brindisi prevede che il “proponente” deve assicurare agli ospiti stranieri servizi ben precisi come: Gestione amministrativa (registrazione ospiti e controllo e verifica della piena funzionalità dell’efficienza degli impianti della struttura, tanto per fare un esempio), Servizio di assistenza generica alla persona (orientamento generale sulle regole comportamentali all’interno della struttura nonché sull’organizzazione del centro, servizio di lavanderia, altri servizi di assistenza generica alla persona); Servizio di pulizia e igiene ambientale (tutte quelle attività atte ad assicurare il confort igienico ambientale della struttura di accoglienza: pulizia giornaliera e periodica dei locali e degli arredi, disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e deblattizzazione delle superfici, raccolta e smaltimento rifiuti). Erogazione dei pasti (dovrà essere svolto 7 giorni su 7, con una somministrazione di colazione, pranzo e cena e tenendo conto di abitudini alimentari, prescrizioni mediche allergie o intolleranze e scelte religiose). Poi fornitura di tutti i beni di prima necessità compreso un “poket money” nella misura di 2,50 euro al giorno, erogazione di una ricarica telefonica di 15 euro all’ingresso.

migranti sulla nave, sbarco-2

L’ente gestore deve anche fornire tutti i servizi per l’integrazione: assistenza linguistica e culturale, informazione sulla normativa riguardante l’immigrazione, sostegno socio-psicologico, assistenza sanitaria, orientamento al territorio, assicurare che gli ospito possano effettuare telefonate.

Se qualcosa dovesse andare storto durante il soggiorno di queste persone nella marina di Torre San Gennaro, forse la colpa dovrebbe essere cercata in chi si è assunto la responsabilità dell’accoglienza. Si spera che i requisiti del bando vengano rispettati e questi cittadini siano accettati, hanno tanto da raccontare e condividere. E hanno bisogno di aiuto. 

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