Scontro frontale sul cavalcavia: lotta per la vita uno dei feriti
Versa in coma presso il reparto di Rianimazione del Perrino uno dei quattro brindisini coinvolti nel terribile incidente avvenuto ieri mattina sul cavalcavia della superstrada per Bari, dopo lo svincolo per l'aeroporto
BRINDISI – Restano estremamente critiche le condizioni del 23enne R. C., uno dei tre ragazzi di Brindisi che ieri mattina viaggiavano a bordo di una Renault C4 station wagon scontratasi frontalmente con la Ford Focus station wagon condotta da un altro giovane, sul cavalcavia della strada statale 379 Brindisi-Bari, poco dopo lo svincolo per l’aeroporto. Il malcapitato versa in coma presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale Perrino, con gravi lesioni al cervello.
Non corrono pericolo di vita, invece, le altre tre persone coinvolte nel sinistro, tutte ricoverate (uno al Perrino, due al Vito Fazzi di Lecce) con fratture alle gambe. R.C. lavora alle dipendenze della ditta di auto noleggio EuropCar insieme agli altri due colleghi che si trovavano con lui a bordo della macchina di servizio. I tre stavano tornando presso le rispettive abitazioni per la pausa pranzo. Intorno alle 12,30, al termine del rettilineo del cavalcavia, è avvenuto il terribile impatto con la Focus condotta dal dipendente di un’altra ditta di auto noleggio, anch'egli al volante di una vettura di servizio.
Stando ai rilievi effettuati dagli agenti della polizia municipale, è stato il conducente della Focus a invadere la corsia opposta, in uscita dalla rampa che collega il cavalcavia alla complanare. Sull’asfalto non sono stati rilevati segni di frenata. Nulla si è potuto fare per evitare la collisione. R.C., seduto sul sedile posteriore della Citroen, è stato sbalzato contro il parabrezza, battendo con violenza la testa.
Il ragazzo è stato estratto dalle lamiere dai vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi, che lo hanno consegnato al personale del 118. Stamani Roberto è stato sottoposto a una Tac che ha confermato la complessità del quadro clinico. Intorno al suo capezzale si sono stretti il padre, titolare di un’area di servizio, la madre e la sorella: una famiglia di umili lavoratori, che sta vivendo ore di angoscia.