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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

I gay, l'ultima gaffe del vescovo

BRINDISI - Ormai ha raggiunto l’età della pensione, ed è solo questione di qualche mese poi il vescovo (o arcivescovo?) di Brindisi, Rocco Talucci, si ritirerà a per godersi la meritata pensione nella sua amata Lucania, da dove giunse in sostituzione del nostro amatissimo conterraneo, don Settimio Todisco. Non c’è mai stato un grande feeling invece tra monsignor Talucci e i brindisini. Passerà alla storia perché è riuscito a far venire a Brindisi un Papa dopo quasi mille anni, o perché ha fatto costruire un nuovo seminario al rione Santa Chiara, ma i cuori della città, quelli autentici di antica e recente brindisinità, sono rimasti sempre tiepidi, distanti, indifferenti. Ma la storia si ricorderà di lui anche per la serie incredibile di gaffes che ha caratterizzato la sua permanenza a Brindisi.

BRINDISI - Ormai ha raggiunto l’età della pensione, ed è solo questione di qualche mese poi il vescovo (o arcivescovo?) di Brindisi, Rocco Talucci, si ritirerà a per godersi la meritata pensione nella sua amata Lucania, da dove giunse in sostituzione del nostro amatissimo conterraneo, don Settimio Todisco. Non c’è mai stato un grande feeling invece tra monsignor Talucci e i brindisini. Passerà alla storia perché è riuscito a far venire a Brindisi un Papa dopo quasi mille anni, o perché ha fatto costruire un nuovo seminario al rione Santa Chiara, ma i cuori della città, quelli autentici di antica e recente brindisinità, sono rimasti sempre tiepidi, distanti, indifferenti. Ma la storia si ricorderà di lui anche per la serie incredibile di gaffe che ha caratterizzato la sua permanenza a Brindisi.

Stanno facendo sbellicare dal ridere –cosa non si dice pur di stare sui giornali!- le sue affermazioni sull’omosessualità, rilasciate ad un blog che non per caso si chiama “Pontifex” e raccolte da quegli impertinenti di “Senzacolonne”. Secondo Talucci gli omosessuali, al pari dei divorziati, non sono degni di ricevere i sacramenti. A tanto non era arrivato neanche l’onorevole Buttiglione, che per la sua posizione sull’omosessualità si giocò persino un posto nel governo dell’Europa, e pure lo stesso Giovanardi è più rispettoso verso le scelte degli altri. Talucci invece no, lui colpisce con l’accetta. Verrebbe da chiedergli se legge le cronache che più imbarazzano il Vaticano, e magari se sa quanti sono i preti che praticano l’omosessualità, anche sui minori, e poi prendono e amministrano regolarmente i sacramenti. Lasciamo perdere.

Ma visto che siamo in argomento una breve panoramica (andiamo a memoria) delle gaffes del vescovo in questi anni, ora che è in attesa di pensione, è utile tracciarla. A cominciare dalla storia del nuovo seminario. E’ il frutto di una speculazione immobiliare. I brindisini ricordano benissimo la storia di “donna Ghiaturina” e del suo convento in via Fulvia, con annesso splendido giardino. Tale doveva restare, cioè un luogo di monache, se non altro per ragioni morali. Invece lui permutò l’area, concedendola ad un costruttore che, in cambio di un nuovo seminario, sta realizzando un vasto programma di edilizia residenziale. Tutto legittimo? Dalla parte del costruttore, certamente. E’ certo però che nell’epoca della crisi delle vocazioni, con i seminari che vengono regionalizzati per ovvie ragioni economiche, oppure trasformati in foresterie o scuole private, quelle che prendono i soldi pubblici, Talucci ha voluto il suo giocattolino.

E che dire della “benedizione” di qualche anno fa al rigassificatore della Lng? Fece appena in tempo a visitare il cantiere e spargere qualche goccia di acqua santa che arrivarono i finanzieri per sequestrare tutto e far scattare manette eccellenti. Quella violenza alla città imposta dall’alto (non dei cieli ovviamente, ma più prosaicamente dal principe del bunga bunga) e che le istituzioni tutte (Comune, Provincia e Regione) non volevano, non solo era fuorilegge, ma anche il frutto di collusioni e mazzette, sostiene la procura della Repubblica (processo in corso).

Precedentemente aveva lasciato il segno del suo passaggio anche nelle cronache della cosiddetta “Tangentopoli brindisina”. Si sa che la detenzione fa male, che è dovere di un buon sacerdote –lo ha fatto di recente il Papa- andare a trovare i reclusi e portar loro un messaggio di speranza. Soprattutto se –come fece Talucci- invece di andare in visita ai “pesci piccoli” reclusi di via Appia, decise di scegliere il carcere di Foggia dove avevano rinchiuso Giovanni Antonino. Noblesse oblige!

Fu così che per consentire la storica visita del Papa, si scomodarono i più alti vertici delle istituzioni, Bertolaso compreso. D’accordo ci fu poi qualche critica sull'affidamento degli appalti, ma trattandosi di annessi della solita Protezione Civile, ci poteva anche stare. Quello che contava era il risultato finale: una visita di Papa a Brindisi dopo mille anni. E poi ridevano di Raffaele De Maria, assessore alla Cultura, che all’inaugurazione del “Verdi” (versione Antonino) invitò mons. Rocco Talucci e signora. Sic transit gloria mundi.

Nota: L'intervista a Pontifex non è recente, ma risale al 31 gennaio 2010. Tuttavia non se ne aveva notizia da queste parti, ed è stata "risputata" di recente sul web.

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