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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I penalisti e i casi del momento

Dal 14 al 16 ottobre presso il teatro Novelli di Rimini si è tenuto il Congresso straordinario dell'Unione delle Camere Penali Italiane. Tutti i penalisti d'Italia sono stati convocati in Rimini per discutere importantissimi temi relativi all'avvocatura penale in relazione al grande momento di crisi storica che il sistema giustizia sta attraversando, sotto il titolo "Un'altra giustizia. Un approdo ineludibile".

Dal 14 al 16 ottobre presso il teatro Novelli di Rimini si è tenuto il Congresso straordinario dell'Unione delle Camere Penali Italiane. Tutti i penalisti d'Italia sono stati convocati in Rimini per discutere importantissimi temi relativi all'avvocatura penale in relazione al grande momento di crisi storica che il sistema giustizia sta attraversando, sotto il titolo "Un'altra giustizia. Un approdo ineludibile".

Folta la rappresentanza dell'avvocatura penale brindisina con ben 11 partecipanti, oltre ai delegati. Presente al gran completo il direttivo della Camera Penale, dal presidente, Marcello Falcone, a tutti gli altri componenti, Gianvito Lillo, Gianfrancesco Castrignanò, Mario Guagliani e Danilo di Serio; a testimoniare la compattezza dell'avvocatura, su temi nevralgici per l'esercizio della professione in genere,  anche il presidente, avv. Carlo Panzuti, ed il segretario, avv. Antonio Maurino, del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Brindisi, oltre che altri consiglieri.

A completare la presenza anche l'avv. Fabio Di Bello che per la prima volta ha onorato la Camera Penale di Brindisi di un ruolo di livello nazionale quale componente della giunta dell'Ucpi e l'avv. Vito Melpignano, membro dell'organismo di controllo nazionale.

Importantissimi i temi trattati: dal problema carceri ad una oramai non più rimandabile riforma della professione forense, con l'introduzione delle specializzazioni, che da troppo tempo giace nei cassetti dimenticati del Parlamento, anche se da qualche settimana, grazie alla pressione dell'Unione delle Camere penali pare essere stata ripescata per una trattazione si spera definitiva.

Ed infine grande tema in discussione è stata la libertà e l'indipendenza dell'avvocatura, spesso sacrificata ed immolata sull'altare di non meglio precisate ed unilaterali esigenze di giustizia.

Sotto questo aspetto si è trattato il caso Napoli/Bari del noto affaire "Tarantini" durante le cui indagini i pubblici ministeri hanno imposto ad un collega di astenersi dall'opporre il segreto professionale relativamente ai suoi rapporti con il cliente, nonché della vicenda Avetrana della quale sono state analizzate sia le condotte delle difese, già oggetto di precedenti deliberati che però si ritrovano in parte indagate.

Ma la situazione non pare essere migliore per l’avvocatura, toccata, secondo l’Ucpi, nel proprio segreto professionale e della propria autonomia dalla attività alle volte oltre le regole di numerose procure italiane. Il congresso, che ha confermato la fiducia alla giunta nazionale, ha votato una serie di mozioni, tra le quali anche quella di rivolgersi direttamente al Capo dello Stato per un invito alla magistratura a condurre la propria azione con il rispetto delle regole.

Numerosi anche i politici presenti che non hanno fatto mancare il loro apporto ed i giornalisti con i quali si è tenuta una interessante tavola rotonda sul rapporto tra giustizia e stampa, anche alla luce di quanto accade negli ultimi tempi, allorquando interi atti di indagini appaiono pubblicati sui giornali. Questo congresso ha dunque rappresentato un punto di partenza per "un'altra giustizia", o almeno questo è l'auspicio dei penalisti italiani.

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