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Cronaca

Il Comune non paga la bolletta Enel: arriva maxi decreto ingiuntivo

“Debiti per fatture non pagate pari 111mila euro”: 40 giorni per saldare, a partire dal 2 luglio scorso. La notifica arrivata dal Tribunale di Roma. Silenzio degli uffici pubblici. La decisione è quella di fare opposizione all'atto

BRINDISI -  Dal Tribunale di Roma al Comune di Brindisi: i giudici della Capitale hanno intimato all’amministrazione cittadina di pagare 111mila euro per saldare fatture legate alla fornitura di energia elettrica che secondo la società Credemfactor Spa, l’ente non avrebbe versato a Enel Energia. Il decreto ingiuntivo dal formato maxi è stato notificato a palazzo di città il 2 luglio scorso, data che gli avvocati interni del Comune hanno segnato in rosso sul calendario, dal momento che da quel giorno decorre il termine assegnato dal Tribunale romano per il pagamento: quaranta giorni, si legge.

Siamo arrivati alla fine del mese di agosto e l’amministrazione ha deciso di “resistere”, vale a dire di presentare opposizione al decreto ingiuntivo: in questa direzione ha scelto di agire la giunta, sulla base della relazione presentata dal dirigente del settore Affari Legali, Francesco Trane, il quale sperava, a dire il vero, di ricevere dai colleghi a capo delle ripartizioni tecniche, qualche spiegazione in più sulle origini del contenzioso, sfociato nella procedura esecutiva incardinata dinanzi al Tribunale di Roma per competenza territoriale poiché Enel Energia ha sede nella città eterna.

Di risposte, il capo dell’Ufficio legale non ne ha ricevute, sebbene abbia reiterato le richieste tanto agli uffici Energia-Impianti che a quelli dei Servizi finanziari, lì dove sono state conservate in archivio le fatture con indicazione dei periodi dei consumi e dei canoni per la fornitura di energia elettrica. Ad ogni modo, il Comune di Brindisi proverà a dire “no” all’intimazione di pagamento, per lo meno appellandosi a una difesa tecnica, se nel frattempo non saranno arrivati i documenti chiesti.

Del resto la somma è consistente. E non sarebbe neppure la prima volta che il Comune si trova impigliato in una situazione del genere: esiste, infatti, un’analoga richiesta, sempre per la fornitura di energia elettrica, avanzata da un’altra società, la Banca Sistema Spa, con sede legale a Milano, per 200mila euro, in veste di titolare dei crediti vantati nei confronti del Comune di Brindisi da Acea Energia.

Anche in questo caso, la richiesta di decreto ingiuntivo – poi accolta dal Tribunale – è partita dopo un contratto di cessione pro soluto, in cui il cedente garantisce la sola sussistenza e validità del credito al momento in cui se ne verifica la cessione. Nel caso più recente, approdato all’attenzione degli assessori, tutto parte dall’azione posta in essere dalla Credemfactor Spa di Reggio Emilia che “sarebbe divenuta titolare dei crediti vantati da Enel Energia spa nei confronti del Comune di Brindisi”, in forza di atti di  cessione, appunto pro soluto, stipulati con la società Enel Energia in qualità di cedente “notificati all’Ente in date differenti e divenute efficaci” ai sensi delle disposizioni del Codice civile.

La questione però non appare nuova, stando alle date che emergono dalla ricostruzione fatta dall’avvocato del Comune, perché “l’8 aprile 2014 la società cessionaria” avrebbe notificato all’amministrazione di Brindisi, “debitore, una revoca di mandato e diffida di pagamento per la somma di 90.386,13 euro, rimasta inevasa”.  Sarebbe caduta nel silenzio e finita nel dimenticatoio, salvo riprendere consistenza con la pronuncia del giudice.

Ad oggi, facendo i conteggi, come risulta dal decreto ingiuntivo, l’importo chiesto a titolo di credito è lievitato raggiungendo quota 111.223 euro e 41 centesimi, comprensivo di interessi legali e di spese per la procedura esecutiva, liquidate in 2.135 euro e per compensi e rimborsi per 406,50. Ed è di fronte a questa richiesta, che il dirigente responsabile del settore Affari legali si è rivolto ai colleghi, la prima volta il 7 luglio, poi il 27: “Sd oggi nessun risconto è pervenuto dagli uffici interessati”, a conferma dell’assenza di interlocuzione tra i settori, aspetto sul quale più di qualche volta si sono pronunciati alcuni consiglieri comunali, ovviamente di opposizione, nonché i vecchi componenti del Collegio dei revisori dei Conti.

Poiché si tratta del secondo caso di decreto ingiuntivo per fornitura di energia elettrica, non è da escludere che qualcuno tra i contestatori politici, sollevi la questione facendo affidamento a una interrogazione. Anzi, sembra certo il ricorso allo strumento della “domanda” rivolta al sindaco e agli assessori competenti per materia. Bisogna vedere chi tra i consiglieri sarà il più veloce.

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