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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il gip: “Spaccio di droga in carcere, impresa criminale”. Indagati in silenzio

Cocaina e hashish da nascondere nelle scarpe e nelle giacche per bimbi ammessi ai colloqui. Interrogatori anche per rogatoria

BRINDISI – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia, i brindisini arrestati con l’accusa di spaccio di droga in carcere, cocaina e hashish, nascosti nelle scarpe o all’interno delle maniche dei giubbotti dei bambini, ammessi ai colloqui.

Gli interrogatori

Alessandro PolitoLa scelta di opporre il silenzio di fronte alla contestazione, è stata assunta da Alessandro Polito, 37 anni (nella foto al lato), e Francesco Coffa, 37 (nella foto qui in basso), brindisini, già in carcere dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Cosimo Tedesco. Sono stati interrogati per rogatoria nel penitenziario di Foggia.

Stessa decisione per Alessandro Coffa, 35, (fratello di Francesco); Rosario Galluzzo, brindisino, 45 anni; Pasquale Scolti, fasanese, 39 anni; Eros Roberto, di Manfredonia, 30 anni, e Ilario Vicerè, di Foggia, 21.

Francesco CoffaNei confronti dei fratelli Coffa e di Polito il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Biondi, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, di fronte agli elementi raccolti dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale nell’ambito dell’inchiesta Exodus, mentre rispetto agli altri ha ritenuto idonea la misura degli arresti domiciliari di fronte all’accusa di avere “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro e con soggetti ancora in corso di identificazione, detenuto e trasportato 8,1 grammi di cocaina e 19,8 grammi di hashish con l’intento di introdurli nella casa circondariale dove l’avrebbero ceduta a terzi”. Fatto questo “commesso a Brindisi, Manfredonia e Foggia, dal 17 settembre 2017 sino al 25 ottobre successivo”.

L’accusa

Alessandro CoffaIl gip ha condiviso l’impostazione del pubblico ministero della Procura di Brindisi e ha scritto che “è certo che i detenuti Francesco Coffa e Alessandro Polito siano stati gli organizzatori dell’impresa criminale attraverso l’imprescindibile collaborazione di Pasquale Scolti e Alessandro Coffa (foto accanto)” in quel periodo liberi. “Sono loro – si legge nel provvedimento di arresto – i quattro soggetti che coinvolgevano e utilizzavano altre persone al fine di introdurre sostanza stupefacente nel carcere”.

E’ emerso che “Alessandro Coffa detenesse a Brindisi lo stupefacente che Pasquale Scolti, su indicazione di Francesco Coffa e Alessandro Polito, era stato incaricato di prelevare e consegnare al corriere incaricato di introdurlo all’interno della casa circondariale”. A tal fine, sempre secondo il giudice, “nessuno meglio di un familiare di un detenuto avrebbe potuto assolvere il compito. Ecco, allora, che gli indagati coinvolgevano prima il detenuto Rosario Galluzzo che affidava il compito” a un congiunto “e, successivamente, fallito il primo tentativo, coinvolgevano il detenuto Ilario Vicerè” a sua volta parante di una donna “arrestata in flagranza di reato”.

Le scarpe e i giubbotti

Stando a quanto emerso dalle indagini, la droga doveva essere nascosta nelle  “scarpe da ginnastica oppure nei giubbotti dei bambini”, ammessi al colloquio con i detenuti. Una volta a colloquio avrebbe dovuto esserci la consegna degli indumenti o, a seconda delle circostanze, lo scambio delle scarpe. Piano scoperto, quindi fallito

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