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Cronaca

Il "killer tra le vittime"? Un poliziotto

BRINDISI – La caccia all’attentatore del 19 maggio continua a produrre “mostri”. Dopo i tre brindisini trascinati sotto i riflettori nel momento caldo delle prime attività investigative, e frettolosamente additati all’opinione pubblica sino al rischio del linciaggio, l’ultimo della serie è “il killer che si aggira tra le sue vittime”, frutto della corsa al fotogramma e allo spezzone di video in cui si stanno cimentando talk-show, tv e varie testate. Ma anche questa è una bufala di grandi proporzioni: il presunto killer che si aggira sulla scena dell’attentato altri non è che un poliziotto della questura di Brindisi giunto sul posto pochi minuti dopo l’esplosione, ed impegnato assieme ad altri colleghi nella ricerca dei primi reperti.

BRINDISI – La caccia all’attentatore del 19 maggio da parte di alcuni giornalisti continua a produrre “mostri”. Dopo i tre brindisini trascinati sotto i riflettori nel momento caldo delle prime attività investigative, e frettolosamente additati all’opinione pubblica sino al rischio del linciaggio, l’ultimo della serie è “il killer che si aggira tra le sue vittime”, frutto della corsa al fotogramma e allo spezzone di video in cui si stanno cimentando talk-show, tv e varie testate. Ma anche questa è una bufala di grandi proporzioni: il presunto killer che si aggira sulla scena dell’attentato altri non è che un poliziotto della questura di Brindisi giunto sul posto pochi minuti dopo l’esplosione, ed impegnato assieme ad altri colleghi nella ricerca dei primi reperti.

Peraltro, il soggetto indicato come somigliante al killer, paragonato ai fotogrammi dell’attentatore che aziona il telecomando,  è stato ripreso mentre si muoveva all’interno di una zona transennata dove avevano accesso solo forze dell’ordine e vigili del fuoco. Ma l’immagine, molto sfocata come le altre, è rimasta in prima pagina per qualche giorno esibita come uno degli ultimi scampoli di uno scooppismo in netta fase di raffreddamento, che cerca altro combustibile per rimettersi in moto.

Dietro le quinte, al disappunto degli investigatori brindisini per la costante fuga di video e fotogrammi non si sa bene da quali vie, si aggiunge anche il fastidio di finire all’interno dei circoli tratteggiati di foto e quant’altro addirittura come sospetti attentatori. A chi toccherà la prossima volta? I richiami alla moderazione nella ricostruzione delle attività investigative infatti non sono serviti a molto.

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