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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Il lavoro che c’è, il lavoro che non c’è”, raccontato in 96 scatti d'autore

Un Primo Maggio come non si vedeva da un po' di tempo, quello festeggiato a Brindisi ieri mattina. Per i corsi della città la Banda giovanile Città di Mesagne, con i suoi trenta elementi in divisa rossa, ha suonato inni, musiche del movimento dei lavoratori e marce militari, dando un tocco di allegria e colore ad una festa, quella del lavoro, che ormai da una decina d'anni circa a Brindisi non viene più festeggiata

BRINDISI - Un Primo Maggio come non si vedeva da un po’ di tempo, quello festeggiato a Brindisi ieri mattina.  Per i corsi della città la Banda giovanile Città di Mesagne, con i suoi trenta elementi in divisa rossa, ha suonato inni, musiche del movimento dei lavoratori e marce militari, dando un tocco di allegria e colore ad una festa, quella del lavoro, che ormai da una decina d’anni circa a Brindisi non viene più festeggiata. La banda giovanile di Mesagne, dopo aver suonato per i corsi della città, ha terminato il suo concerto alle undici, davanti alla sede dell’associazione politico-culturale Left-Brindisi, promotrice dell’iniziativa. L’occasione è stata l’inaugurazione di una mostra fotografica sul tema del lavoro a brindisi, intitolata “Il lavoro che c’è, il lavoro che non c’è”. Ad esporre, sei giovani fotografi brindisini: Nico Barile, Federica Bruno Stamerra, Rossana Carparelli, Arianna D’Accico, Damiano Malorzo e Ida Santoro. Un reportage fotografico sui luoghi di lavoro del nostro territorio e sui lavoratori ripresi mentre esercitano la loro professione. Ma ci sono anche immagini che rappresentano chi un lavoro lo cerca ancora.

I cinquantasette scatti d’autore, tutti in bianco e nero, esposti da questa mattina nella sede di Left, sono però solo una parte del reportage sul mondo del lavoro nel nostro territorio. Sono, infatti, ben novantanove i raffinati scatti d’autore raccolti nel catalogo realizzato da Left-Brindisi e dalla casa editrice brindisina Hobos Edizioni. Un catalogo arricchito dal saluto del presidente di Left Brindisi, Carmine Dipietrangelo, dalla presentazione del noto critico d’arte Massimo Guastella e da una nota degli autori. All’inaugurazione erano presenti il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, Pierluigi Francioso, presidente Ance Brindisi, Dino Testini, della Cgil-Brindisi e Massimo Guastella.

Dopo l’arrivo della banda diretta dal Maestro Pezzolla, Carmine Dipietrangelo, riferendosi a quanto letto su alcuni giornali in questi giorni, ossia che la Carmine Dipietrangelo-3festa del lavoro non si può fare quando il lavoro manca, ha affermato: “Anche quando mancava il lavoro, la festa del lavoro era un impegno e una mobilitazione per rivendicare lavoro. I Primi Maggio dopo la seconda guerra mondiale avevano come slogan molto semplice, molto popolare, ‘pane e lavoro’, intendendo non la festa dei lavoratori ma la festa, la mobilitazione per rivendicare lavoro. Quindi, anche se manca il lavoro, il Primo Maggio è un’occasione per stare insieme, per riflettere e per impegnarsi per il lavoro”. Il presidente di Left prosegue quindi ricordando il significato che la sinistra ha sempre dato al lavoro: “Lavoro come riscatto dal bisogno, libertà e soprattutto dignità. Senza il lavoro non si è liberi. E la sottovalutazione e la svalutazione che c’è stata del lavoro in tutti questi anni ha portato anche a non far diventare la festa del Primo Maggio un’occasione unitaria per stare insieme, per riflettere ma anche per mobilitarsi”.

Dipietrangelo conclude rilevando l’assenza di altre iniziative promosse per la festa del lavoro, non dalle istituzioni ma dalle altre organizzazioni in città e la necessità di “uscire dalla rassegnazione e dall’assuefazione per poter ripristinare la questione del lavoro come priorità per tutti coloro che, stando insieme, vogliono impegnarsi per riscattarlo, per rivendicarlo, per ottenerlo, per conquistarlo”.

La mostra fotografica ha avuto il patrocinio del Comune di Brindisi, della Cgil, della Cna e dell’Ance –Brindisi. Per l’Ance era presente il presidente, Pierluigi Francioso, che ha parlato della responsabilità che la sua associazione di categoria ha, di dover dare un contributo allo sviluppo del territorio, sviluppo culturale soprattutto, mentre per la Cgil-Brindisi era presente Dino Testini, che ha evidenziato la necessità di riappropriarsi di questa festa soprattutto in questo momento di crisi. Testini ha quindi ricordato come la Cgil sia in questo primo Maggio e in ogni giorno dell’anno, con i lavoratori, con le donne, con i giovani, con i disoccupati e i migranti “perché siamo il sindacato dei diritti e della solidarietà”, afferma.  E a proposito della mostra fotografica evidenzia che “Il linguaggio delle immagini può essere più incisivo ed emozionante di qualsiasi parola. I volti di questa mostra aspettano un messaggio forte di cosa significa lavoro quando c’è. E tante altre sono le riflessioni e le emozioni che trasmettono  quando purtroppo questo lavoro non c’è. Le foto ce lo comunicano”. E conclude dicendo: “ A tutti noi spetta l’impegno, ogni giorno, a fare di tutto per cambiare le cose, per una ripresa degna delle capacità dei nostri giovani”.

"Il lavoro che non c'è": la mostra fotografica organizzata da Left

L’inaugurazione è quindi proseguita con l’intervento del sindaco Mimmo Consales che ha affermato: “Il mio è un incarico ovviamente pro-tempore”, prosegue il sindaco, “ma se dovessi essere il sindaco di questa città il Primo Maggio dell’anno venturo, l’amministrazione comunale si farà carico di portare in piazza i lavoratori, i cittadini di questa città, senza nulla togliere a questa bella iniziativa di Left che, come diceva Carmine, doveva essere una delle iniziative e che invece è stata l’iniziativa. Non bisogna avere paura di portare i grandi temi in piazza, così come non bisogna avere paura di sconfiggere il pessimismo che sta prevalendo in tantissime occasioni”.

“Tutto questo è stato possibile grazie al confluire di una serie di energie”, afferma Nico Barile che ringrazia tutti i fotografi che hanno preso parte alla mostra,  evidenziando come essi abbiano assunto il loro impegno come dei fotografi professionisti e come l’obiettivo perseguito, ossia suscitare un dibattito, una riflessione, sia indubbiamente riuscito. “Il nostro è stato, mai come in questo caso, un impegno chiaramente gratuito, ma un impegno civile. Un contributo a questa comunità affinché, su vari livelli, ci si fermasse a ragionare su quello che è ora, dal punto di vista del lavoro ed economico, Brindisi.”

Il critico d’arte Massimo Guastella ha infine presentato il progetto fotografico evidenziandone l’atipicità, ossia non risaltano le firme ma è il tema, cioè il lavoro, ad essere protagonista. “Il progetto è finalizzato ad un riscatto d’identità territoriale”, spiega Guastella, che prosegue evidenziando come in queste fotografie si vedano proprio le varie declinazioni del lavoro, che “può essere quello della campagna, che può essere quello dell’industria, quello urbano, dell’ufficio”. E sul lavoro che non c’è il critico d’arte evidenzia come questo sia “un aspetto che viene quasi sempre tracciato nelle immagini fotografiche più da dei protagonisti, da dei soggetti, dai ritratti, che è un genere estremamente interessante, che sono più diciamo ritratti d’attesa, ritratti d’aspirazione, ritratti di qualcuno che, comunque, senza pessimismo, rimane desideroso di un momento fondamentale della propria vita che è il lavoro”.

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