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Cronaca

Il nuovo pentito in aula: “Ho commesso due omicidi a Brindisi”

Tommaso Montedoro ha riferito degli anni vicini a Vito di Emidio. E ha negato di aver ucciso Potenza, nel parcheggio del centro commerciale

BRINDISI – “Ho conosciuto e frequentato per anni Vito Di Emidio, Bullone, e ho commesso due omicidi a Brindisi: sono stato io, ma non sono mai stato indagato. Ho anche consumato altri fatti di sangue nel Brindisino, però non sono stato affiliato alla Scu”.

Il nuovo collaboratore di giustizia

TOMMASO MONTEDORO-2Ha parlato per la prima volta in qualità di collaboratore di giustizia, il salentino Tommaso Montedoro, 42 anni, ritenuto dal pool di magistrati dell’Antimafia di Lecce, a capo della omonima frangia, decapitata di recente con l’inchiesta chiamata Diarchia. Montedoro è stato citato in qualità di teste nel processo in corso, con rito abbreviato, dinanzi al gup del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine: a chiedere il suo ascolto, i sostituti procuratori Guglielmo Cataldi della Dda e Massimiliano Verducci della Procura ordinaria.

In collegamento video e audio da una località segreta, nota unicamente al servizio centrale di protezione, Montedoro ha risposto alle domande dei magistrati, debuttando ufficialmente come “pentito”, dopo aver messo nero su bianco la volontà di rompere con il passato. Tecnicamente è ancora un dichiarante, non essendo ancora trascorso il periodo di 180 giorni, previsto dalle disposizioni di legge, nel quale devono essere raccolte tutte le dichiarazioni di chi intende effettivamente passare dalla parte dello Stato, ottenendo il tal modo l’ammissione al regime di protezione. Per Montedoro, mancano ancora tre mesi, ma di verbali il salentino ne ha riempiti parecchi, alla presenza dell’avvocato Sergio Luceri. E’ lo stesso penalista che assiste Ercole Penna, alias Linu u’ biondo, di Mesagne, il primo pentito della Sacra Corona Unita contemporanea.

I verbali coperti da omissis

I verbali di Montedoro sono tutti coperti da omissis, di fronte alla necessità di verificare ogni dichiarazione. Priorità ai “fatti di sangue”, agli omicidi consumati nel Salento, non solo a Lecce. Perché Montedoro si sarebbe macchiato del sangue altrui anche a Brindisi, zona che avrebbe frequentato essendo stato legato in passato a Vito Di Emidio, alias Bullone, a sua volta pentito, subito dopo l’arresto avvenuto dopo un inseguimento con i carabinieri.

Due omicidi a Brindisi e la Scu

Vito Di Emidio, 'Bullone'Ha ammesso, prima nei verbali secretati, e oggi in udienza, di aver commesso omicidi a Brindisi. Due omicidi. Ma non ha consegnato né i nomi delle vittime, né il periodo. C’è stata quest’ammissione di responsabilità rispetto a due fatti di sangue avvenuti in città e altri episodi consumati nella zona. Probabilmente il capitolo “Brindisi” sarà affrontato successivamente o in altra sede.

Dovranno essere approfonditi i legami con Di Emidio (nella foto accanto), dei quali Montedoro ha precisato un aspetto: “Non c’è stata affiliazione alla Sacra Corona Unita”, ha detto. “Perché Di Emidio non credeva a queste storie dei giuramenti”. Dichiarazione identica è stata più volte detta da Bullone in occasione delle udienze in cui è stato ascoltato come testimone.

Gli omicidi nel Salento

Montedoro ha invece ricostruito l’omicidio di Augustino Potenza, anche questi considerato vicino a Di Emidio. Potenza venne ammassato a colpi di Kalashnikov il 26 ottobre 2016 nel parcheggio di un centro commerciale di Casarano. Non fu Montedoro a sparare, né ebbe alcun ruolo, stando a quanto ha sostenuto in udienza. Ha chiamato in correità due persone: lvan Caraccio e Andrea Toma, il primo per un debito e per essere stato aggredito in un locale e il secondo per l’omicidio dei suoi familiari. 

Il collaboratore, invece, ha ammesso di aver partecipato all’omicidio di Rosario De Salve, per il quale è stato condannato con sentenza definitiva a 30 anni di reclusione. De Salve, macellaio, venne ucciso a Matino l’11 marzo 1998.

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