rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Fasano

Il pm: "Per Donadoni confisca e 7 mesi"

FASANO - La masseria di Roberto Donadoni “va confiscata”. L’ex ct della nazionale, ora allenatore del Parma, inoltre, “va condannato” per le opere non autorizzate eseguite durante la ristrutturazione della tenuta, a Fasano, quindi per abusi edilizi e per lottizzazione abusiva, in concorso con la moglie, Cristina Radice.

FASANO - La masseria di Roberto Donadoni “va confiscata”. L’ex ct della nazionale, ora allenatore del Parma, inoltre, “va condannato” per le opere non autorizzate eseguite durante la ristrutturazione della tenuta, a Fasano, quindi per abusi edilizi e per lottizzazione abusiva, in concorso con la moglie, Cristina Radice.

I coniugi non erano in aula, stamani, quando il pm Antonio Costantini, ha concluso la requisitoria e formulato le richieste di pena. Il magistrato è lo stesso che condusse le indagini che portarono nel 2009 al sequestro della masseria Monsignore, al termine della requisitoria dinanzi al giudice della sezione distaccata di Fasano del Tribunale di Brindisi, ha chiesto la condanna a 7 mesi di reclusione per i proprietari, Donadoni e consorte, oltre alla confisca della tenuta e a una multa di 45mila euro.

Per Oronzo Velo, titolare della ditta edile che si occupò di eseguire le opere ritenute “abusive”, il conto del pm si è fermato a6 mesi di carcere e 25mila euro di multa. Per Antonello Carrieri, dirigente del settore Urbanistica del Comune di Fasano e per il geometra Giovanni Gallo invece sono stati invocati 9 mesi di reclusione 55 mila euro di sanzione.

Secondo l’accusa non erano conformi alle autorizzazioni alcune opere, tra cui la piscina. Inoltre la destinazione urbanistica dell’area non prevedeva alcun tipo di frazionamento che fu invece effettuato. In particolare furono avanzati dubbi sull’edificazione di un torrino, sui lavori negli ipogei della masseria e nella piscina.  Si trattava, sosteneva il magistrato inquirente, di abusi edilizi a tutti gli effetti.

E’ stato poi ipotizzato anche il reato di lottizzazione abusiva perché, stando al piano regolatore, non è quella una zona in cui potevano essere seguiti dei frazionamenti. Nel corso del dibattimento che si è celebrato davanti al giudice monocratico, nella sezione distaccata di Fasano del Tribunale di Brindisi, si sono valutati diversi pareri tecnici. Sono stati ascoltati i testi e anche gli stessi imputati, incluso Donadoni e la moglie, entrambi difesi dall’avvocato Gianvito Lillo.

Per la procura di Brindisi furono compiute diverse irregolarità, tanto in fase progettuale quanto nell’esecuzione delle opere di ristrutturazione della masseria Monsignore. La tenuta, vista a conclusione delle opere di restauro e comparata a quanto invece messo nero su bianco e quindi autorizzato dal Comune di Fasano, presentava allora come oggi delle “discrasie” che fanno ritenere che Donadoni come committente e gli altri come progettisti ed esecutori dei lavori, avessero esagerato un po’, su un bene sottoposto per altro a tutela.

Non resta ora che attendere il verdetto del giudice, specie sulla confisca della masseria che potrebbe essere quindi sottratta (con decisione comunque appellabile) ai coniugi Donadoni: la sentenza è prevista per il 7 dicembre prossimo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il pm: "Per Donadoni confisca e 7 mesi"

BrindisiReport è in caricamento