rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Il sindaco mi disse: ti trovo il lavoro, sta arrivando una nuova azienda"

Guai a trasformare la vittima nel carnefice. Va subito premesso, onde evitare fraintendimenti. Val la pena di "mettere le mani avanti", come si suol dire, considerate le contestazioni che ci sono già state mosse nei giorni scorsi via Twitter. La vittima è vittima, fino a prova contraria

BRINDISI - Guai a trasformare la vittima nel carnefice. Va subito premesso, onde evitare fraintendimenti. Val la pena di “mettere le mani avanti”, come si suol dire, considerate le contestazioni che ci sono già state mosse nei giorni scorsi via Twitter. La vittima è vittima, fino a prova contraria. E in questo caso lo è a pieno titolo e senza nessuna scriminante il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales. Non sempre però la realtà va letta in maniera dicotomica: il bene contro il male, il buono contro il cattivo.

La ricostruzione fatta da pm e gip nell’ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita stamani a carico di Alessandro D’Errico, 39 anni, disoccupato brindisino che ha ottenuto gli arresti domiciliari offre, nero su bianco, una fotografia di ciò che oggi si vive nel Paese e soprattutto in quei fazzoletti di terra in cui la disoccupazione è una piaga ancor più dolorosa che altrove.

Nessuna giustificazione. Sia chiaro. Dalle dichiarazioni dell’indagato che insieme alle immagini di 20 videocamere visualizzate con un lavoro certosino e paziente dagli uomini della Squadra tifoseria della Digos di Brindisi emergono una serie di dati che possono essere considerati alla stregua di campanelli d’allarme.

Da un lato c’è un uomo che cerca lavoro e ritiene di dover dribblare le forme consone di accesso al mondo dell’impiego (dagli uffici di collocamento, al sindacato e via dicendo), dall’altro c’è il sindaco, primo cittadino, che “pressato” ha da fare una scelta: assecondare chi si arroga il diritto di vestire i panni di interlocutore diretto, metterlo alla porta o denunciarlo se ad esempio, con minacce o con frasi intimidatorie, costui finisce per eccedere.

Alessandro D'Errico-4Cosa è accaduto nel caso di Mimmo Consales e di Alessandro D’Errico, il 39enne che un bel giorno ha dato di matto e ha messo fuoco alla Ford Kuga del primo cittadino. Lo raccontiamo secondo come ci viene rappresentato dalle carte dell’inchiesta che ne è sorta, attraverso l’interpretazione che partendo da una informativa della Digos di Brindisi, a firma del vicequestore Vincenzo Zingaro, è finita sul tavolo del pm Savina Toscani, ed è transitata in un provvedimento con cui si limita la libertà di un uomo ritenendo che vi siano sia gravi indizi di reato, sia esigenze cautelari.

“Conoscevo già il sindaco Consales – racconta D’Errico ai poliziotti e al pm nel corso del suo interrogatorio – ma ho approfondito la sua conoscenza quando mi sono impegnato nel corso della sua campagna elettorale con la quale è stato poi eletto a sindaco di Brindisi”. Per vagliare l’attendibilità di una affermazione di questo genere gli investigatori chiedono: “Si ricorda in che anno?”. Risposta: “Se non ricordo male è stato il 2012”. E la risposta è esatta.

Quindi, nodo da sciogliere numero due: “Vuole spiegare in che modo si è impegnato nella campagna elettorale?”. Presto fatto: “Gli ho trovato un garage dove abbiamo installato un comitato elettorale. Questo era ubicato nel rione Sant’Elia, in via Leonardo Da Vinci, non ricordo il numero, ma ne è proprietario il sig. (non riportiamo il nome, ndr) che me lo ha affittato al prezzo di 300 euro, pagate poi proprio da Consales”.

Proseguendo, vanno chiarite le ragioni dell’impegno: “Mi sono impegnato per il candidato sindaco Cosimo Consales perché poi lui mi ha promesso di trovarmi un posto di lavoro perché io ero e sono tuttora disoccupato”. Non sarà vero quel che dice D’Errico, sebbene nella letteratura di strada, il riferimento a possibilità occupazionali in tempi di campagna elettorale non sarebbe affatto una ipotesi inedita.

“Dopo la sua elezione – quindi – ho iniziato a contattare telefonicamente il sindaco sul suo cellulare numero (non riportiamo il numero, ma è indicato, ndr)”. Lecita la domanda, su come si fosse procurato il cellulare diretto del primo cittadino: “Ho consultato la rubrica del mio telefonino”. Vero è che Consales non ha mai cambiato il numero di cellulare e che l’utenza di un giornalista è difficile da tenere ristretta a una cerchia selezionata di amici e famigliari, non foss’altro che per ragioni professionali di ricerca delle notizie e di rapporti con le fonti.

“Dopo le mie richieste di incontro il sindaco finalmente mi concedeva degli appuntamenti – va avanti nella narrazione D’Errico – solitamente in alcuni bar, in alcuni casi ricordo al bar Rosso e Nero. Alcune mattine invece mi sono recato a Palazzo Nervegna, dove lo trovavo quasi sempre quando sopraggiungeva in loco con la sua autovettura. Ogni volta mi diceva che si stava impegnando a trovarmi un lavoro ma di fatto questo non è mai avvenuto. Anche l’ultima volta che l’ho incontrato a Palazzo Nervegna gli dissi che avevo tre bambini da mantenere e che se non riusciva a trovarmi un posto di lavoro me lo doveva dire. Lui mi rispondeva che non mi dovevo preoccupare perché alla fine mi avrebbe trovato un posto dove lavorare”.

La storia va avanti con il riferimento a circostanze analoghe: il figlio malato, i documenti e le cartelle cliniche date al sindaco perché si attivasse e “mai restituite”. Infine un elemento che fa intendere che D’Errico era pure piuttosto aggiornato sulle vicissitudini amministrative e sull’approdo a Brindisi di una nuova ditta, che a conti fatti, dovrebbe essere l’Ecologica Pugliese.

“Ricordo di aver incontrato il sindaco proprio lunedì scorso nei pressi di palazzo Nervegna. Nell’occasione al sindaco che era giunto verso le ore 15 con la sua autovettura richiedevo di nuovo i documenti di mio figlio ma lui mi diceva che non mi dovevo preoccupare perché a giorni a Brindisi sarebbe arrivata una nuova ditta e che ci sarebbe stato per me del lavoro”. Era fine ottobre. L’unica ditta per cui v’è stato passaggio di consegne, poco dopo, è proprio quella che si occupa dell’appalto di rifiuti.

Infine la ricostruzione dell’ultimo giorno, quello in cui la situazione è degenerata: “Quando ho visto la macchina poi non ho capito più niente, la volevo rompere, mi sono ricordato che lui mi ha girato le spalle, non ho capito più niente, ho preso e l’ho bruciata con plastica e carte che ho messo sulle gomme. Ho preso della plastica e carta che avevo in macchina, quelle che utilizzo per fare la spesa, l’ho accartocciata e l’ho appoggiata sulla gomma anteriore e posteriore, non ricordo, ero molto agitato, non ricordo, ho dato fuoco, non ricordo se sul lato destro o sinistro, ho acceso con l’accendino”.

Per il resto ci sono i video che ritraggono tutto. Quattro minuti sono unicamente la sintesi di ore e ore di filmato estrapolate da 20 telecamere e visionate con pazienza infinita dagli uomini della squadra tifoseria della Digos. E’ proprio il video, compattato in pochi minuti, a rappresentare l’indizio più rilevante a carico dell’indagato che dinanzi agli agenti della Digos di Brindisi il 10 novembre scorso ha reso confessione.

Schiaccianti gli elementi a suo carico, D’Errico ha aiutato gli investigatori a qualificare il movente: un posto di lavoro richiesto al primo cittadino che, a dire dell’uomo, si era impegnato più volte ad aiutarlo. L’insistenza nel riproporre anche con minaccia la sua istanza gli è valsa l’accusa di stalking sebbene mai prima il sindaco avesse denunciato, così come è stato rilevato anche dallo stesso procuratore capo, Marco Dinapoli, oggi.

Le indagini non sono chiuse, vanno avanti. Si cerca la pistola che, a quanto raccontato da Consales, D’Errico avrebbe usato per terrorizzarlo: “Sei buono solo a chiedere voti durante le elezioni – avrebbe detto – sei un pezzo di merda, ti faccio vedere io. Avrei fatto bene a ucciderti l’altra volta, prima o poi te la farò pagare”. Per il momento c’è solo un bastone in bambù che non ha supportato neppure l’accusa di possesso di oggetto atto a offendere.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Il sindaco mi disse: ti trovo il lavoro, sta arrivando una nuova azienda"

BrindisiReport è in caricamento