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Cronaca Ostuni

Il vano tentativo dei soccorritori

OSTUNI – L'autista del furgone che questa mattina si è scontrato, sulla Ostuni-Montalbano, con la Fiat Panda dove c'erano le tre donne (Vittoria D'Errico di 47 anni, la sua mamma Angela Nardelli di 86 e Anna Custodero di 52) morte carbonizzate, ha cercato in tutti i modi di liberare le vittime rimaste incastrate nell'abitacolo. Ma erano bloccate dalla cintura di sicurezza, l'auto era capovolta. Ogni disperato tentativo di salvarle si è fermato solo quando la vettura ha improvvisamente preso fuoco. Lì l'uomo, Giuseppe Pedote di Castellana Grotte, ha dovuto arrendersi.

OSTUNI – L'autista del furgone che questa mattina si è scontrato, sulla Ostuni-Montalbano, con la Fiat Panda dove c'erano le tre donne (Vittoria D'Errico di 47 anni, la sua mamma Angela Nardelli di 86 e Anna Custodero di 52) morte carbonizzate, ha cercato in tutti i modi di liberare le vittime rimaste incastrate nell'abitacolo. Ma erano bloccate dalla cintura di sicurezza, l'auto era capovolta. Ogni disperato tentativo di salvarle si è fermato solo quando la vettura ha improvvisamente preso fuoco. Lì l'uomo, Giuseppe Pedote di Castellana Grotte, ha dovuto arrendersi.

Una ricostruzione della dinamica agghiacciante, quella effettuata dai vigili urbani del comando della polizia municipale di Ostuni e dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza, intervenuti insieme ai carabinieri e agli agenti del commissariato di polizia per risalire  alle cause dell'incidente. Ma ciò che è accaduto questa mattina sull'ex statale 16 nel tratto che collega Ostuni a Montalbano non è ancora chiaro per quanto riguarda le cause del sinistro mortale. Gli investigatori sono ancora a lavoro.

Un furgone Fiat Iveco proveniente da Locorotondo che trasportava quattro bambini diversamente abili all'istituto Nostra Famiglia di Ostuni, all'altezza dell'incrocio della ex statale 16 tra Montalbano di Fasano e Ostuni con la strada per contrada Spagnulo, si è scontrato con una Fiat Panda che procedeva nella stessa direzione. Sembra si sia trattato di un tamponamento. L'utilitaria in seguito all'impatto si è ribaltata e dopo aver sfondato un muretto a secco è finita nelle campagne circostanti. L'auto si è fermata capovolta nel terreno.

L'autista del furgone non ha esitato a correre in soccorso delle occupanti di quella vettura. Da quanto è stato ricostruito, avrebbe cercato di tirare fuori le donne incastrate nell'abitacolo ma le due occupanti dei sedili anteriori erano bloccate dalle cinture di sicurezza. Il tutto si è svolto in pochissimi secondi, poi l'auto è stata avvolta dalle fiamme. Il rogo improvviso ha allontanato i soccorritori (nel frattempo si erano fermati anche alcuni automobilisti e qualcuno aveva già allertato il 118 e i vigili del fuoco), per le occupanti della Fiat Panda, però, non c'è stato nulla da fare. Sono morte carbonizzate, bloccate nell'abitacolo.

I bambini che si trovavano sul pullmino, che purtroppo avevano assistito all'incidente, sono stati trasferiti su un altro furgone e portati all'istituto la Nostra Famiglia dove hanno svolto regolarmente lezione.

Il riconoscimento delle salme è avvenuto alcune ore dopo. Inizialmente si è pensato che sul sedile posteriore ci fosse una bambina, poi pian piano gli agenti della polizia municipale, i carabinieri e i poliziotti sono riusciti a stabilire l’identità delle vittime.

Si è accertato che la Fiat Panda era occupata da Vittoria D'Errico di 47 anni, che era anche la conducente, dalla madre Angela Nardelli di 86 e da Anna Custodero di 52. Le prime due erano di Speziale la terza di Montalbano. Tutte e tre stavano andando a Carovigno perché la 86enne doveva essere sottoposta a una visita medica.

Anna Custodero e Vittoria D'Errico erano molto conosciute a Montalbano e Speziale. Entrambe non erano sposate e non avevano figli. Vittoria D'Errico che viveva con l'anziana madre (il padre è deceduto qualche anno fa) lascia una sorella e tre fratelli, e lavorava come cameriera presso alcune strutture turistiche della zona.

Anna Custodero, invece, svolgeva l'attività di governante presso il Grand Hotel Serena di Torre Canne, viveva in una palazzina di nuova costruzione in via dottor Carparelli. Lascia i genitori Pietro e Teresa, una sorella e un fratello. Quest'ultimo è il titolare della pizzeria “La Lanterna” di Montalbano.

Le tre salme, quando tutti i rilievi sono stati eseguiti, sono state trasferite presso la camera mortuaria del cimitero di Ostuni in attesa del nulla osta da parte del magistrato, il pm Giuseppe De Nozza.

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