Ilva, trovato il corpo dell'operaio
TARANTO - Il corpo di Francesco Zaccaria, l’operaio dell'Ilva disperso in seguito alla tromba d'aria che ha colpito lo stabilimento siderurgico mercoledì scorso è stato appena recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Il corpo del 29enne originario di Talsano del Tarantino era all'interno della cabina della gru finita in mare.
TARANTO - Il corpo di Francesco Zaccaria, l’operaio dell'Ilva disperso in seguito alla tromba d'aria che ha colpito lo stabilimento siderurgico mercoledì scorso è stato appena recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Il corpo del 29enne originario di Talsano del Tarantino era all'interno della cabina della gru finita in mare.
Il giovane gruista dell'Ilva era scomparso nelle acque del porto di Taranto intorno alle ore 12 di mercoledì scorso, quando il tornado ribattezzato Ilva, si è scaraventato contro lo stabilimento tarantino. Francesco Zaccaria stava lavorando, come ogni giorno, sulla gru nel porto che serve l'Ilva quando il braccio del grosso mezzo, a causa del vento che ha soffiato fino a toccare i 250 chilometri orari, si è staccato con l'operaio ancora all'interno della cabina di controllo, finendo in mare.
I sommozzatori dei vigili del fuoco, arrivati anche da Bari, hanno lavorato per 48 ore ininterrottamente, interrompendo le ricerche solo per qualche ora ieri quando il forte vento di scirocco aveva agitato nuovamente le acque del mare del porto di Taranto. Tra i compagni di Francesco Zaccaria l’impressione e lo sgomento sono ancora molto forti: in quell’area dello stabilimento prima dei fermi imposti dalle recenti vicende giudiziarie, lavoravano circa 500 operai. Sarebbe stata una strage.
Intanto si decideranno oggi a Roma le sorti dell'Ilva. Approda in Cdm, infatti, il decreto legge sullo stabilimento siderurgico del capoluogo jonico, per consentire la ripresa della produzione nello stabilimento di Taranto e "conciliare la tutela dell'occupazione e dell'ambiente e il rispetto della magistratura", assicura il premier Mario Monti al tavolo con le parti sociali, l'azienda e gli enti locali. Una strada per evitare "un impatto negativo sull'economia stimato in 8 miliardi di euro annui".