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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Imprenditore minaccia suicidio nella centrale Enel per una storia di appalti

Un imprenditore salentino è salito su di una impalcatura minacciando di lanciarsi nel vuoto. I carabinieri della compagnia di Brindisi lo hanno convinto a scendere. La vicenda giunge al culmine di un contenzioso con l'azienda di cui è stato interessato anche l'amministratore Starace

BRINDISI – Problematiche riguardanti il mancato pagamento di una fattura e un appalto revocato hanno spinto oggi pomeriggio (7 marzo) un imprenditore edile di 47 anni di Monteroni (Lecce) a salire su una impalcatura nei pressi del nastro trasportatore della centrale Enel “Federico II” di Cerano, minacciando di lanciarsi da un'altezza di circa 20 metri. L’episodio si è verificato intorno alle ore 16,45. Sul posto si sono recati i carabinieri della compagnia di Brindisi al comando del capitano Luca Morrone.

Nel giro di qualche minuto i militari sono riusciti a tranquillizzare l’imprenditore, convincendolo a scendere. Sul posto si è recata anche un’ambulanza con personale del 118. La vicenda odierna giunge al culmine di un contenzioso che da tempo contrappone l'imprenditore all’azienda energetica. Secondo alcune fonti,  l'operatore economico si era aggiudicato un appalto all’interno della “Federico II”. Ad opere concluse, l’Enel ha effettuato una verifica sui lavori commissionati, rilasciando un certificato di buona esecuzione degli stessi.

Nel frattempo l’imprenditore si era aggiudicato anche un secondo appalto che poi gli è stato revocato, con la motivazione che non sarebbero stati effettuatia regola d'arte i lavori del primo appalto, di cui fra l’altro non gli è stata liquidata l’ultima fattura, e malgrado fosse stato rilasciato il certificato di buona esecuzione. Il diretto interessato prima si è lamentato con i dirigenti della centrale di Cerano. Poi, non riuscendo a risolvere il problema, ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Enel Spa, Francesco Starace.

A seguito di tale iniziativa, sempre secondo fonti non ufficiali, e quindi con esigenze di verifica, vi sarebbero stati come provvedimenti assunti da Enel un ritiro delle deleghe a un dirigente coinvolto nella verifica ispettiva, il trasferimento (o demansionamento) di un altro quadro e il licenziamento di un tecnico. BrindisiReport ha chiesto ad Enel conferme o smentite sui vari passaggi della vicenda.  

In serata, è arrivata la risposta dell'Enel, che riportiamo di seguito: 

La società interessata (omettiamo il nome dell'azienda per tutelare la privacy dell'imprenditore, ndr) ha svolto lavori di manutenzione presso la Centrale di Brindisi negli ultimi anni. La società ha segnalato irregolarità nella gestione dei lavori e nelle procedure di gara vinte dalla stessa: tutti questi fatti sono stati sottoposti da Enel Produzione al vaglio delle competenti Autorità giudiziarie.

Enel, che si ispira da sempre nella conduzione della sua attività ai principi di legalità e correttezza, oggi parte integrante del Codice etico e del Piano di tolleranza zero alla corruzione, continuerà a fornire ogni elemento utile alle Autorità competenti al fine di pervenire nel più breve tempo possibile a fare chiarezza sull’intera vicenda.​​
 

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