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In aula il pentito accusa di nuovo l'ex consigliere Oggiano: "Aiutò i Brandi in cambio di voti"

BRINDISI - Il neo-pentito Giuseppe Passaseo compare in aula, testimone chiamato in causa dal pubblico ministero Milto De Nozza, e conferma le dichiarazioni rese a verbale al momento della conversione alle cause della Giustizia: fu Giuseppe Gerardi, il presunto braccio destro dei fratelli Raffaele e Giovanni Brandi, a invitarlo a votare per l’ex consigliere comunale di Alleanza nazionale Massimiliano Oggiano. Passaseo, collaboratore di giustizia assegnato dal ministero degli Interni al programma di protezione insieme alla sua famiglia ha confermato anche e soprattutto l’esistenza di una associazione facente capo ai due fratelli, dedita soprattutto allo spaccio di stupefacenti e al racket delle estorsioni. Il pentito insomma ha confermato la sostanza dell’impianto accusatorio.

BRINDISI - Il neo-pentito Giuseppe Passaseo compare in aula, testimone chiamato in causa dal pubblico ministero Milto De Nozza, e conferma le dichiarazioni rese a verbale al momento della conversione alle cause della Giustizia: fu Giuseppe Gerardi, il presunto braccio destro dei fratelli Raffaele e Giovanni Brandi, a invitarlo a votare per l’ex consigliere comunale di Alleanza nazionale Massimiliano Oggiano. Passaseo, collaboratore di giustizia assegnato dal ministero degli Interni al programma di protezione insieme alla sua famiglia ha confermato anche e soprattutto l’esistenza di una associazione facente capo ai due fratelli, dedita soprattutto allo spaccio di stupefacenti e al racket delle estorsioni. Il pentito insomma ha confermato la sostanza dell’impianto accusatorio.

Udienza fiume, dalle dodici circa fino alle 17 e 30, interamente dedicata all’esame da parte del pm e al controesame del collegio difensivo. Fuoco incrociato di domande per il pentito che non ha lesinato dettagli sugli argomenti di sua conoscenza, intorno al gruppo di fuoco dei due fratelli brindisini, vertici della Scu nel capoluogo. Il passaggio chiave, com’era prevedibile, è stato esattamente quello relativo all’unico politico, imputato di concorso esterno nell’associazione a delinquere di stampo mafioso. Passaseo ha confermato senza sforzi di memoria quello che aveva detto mesi addietro nelle stanze della procura.

“Precedentemente alla mia affiliazione al gruppo Campana, vi è stato il mio interessamento, su esplicita richiesta di Giuseppe Gerardi, quest’ultimo vicino ai Brandi, per il candidato alle amministrative di Brindisi, Massimiliano Oggiano. In cambio dell’appoggio ricevuto, Oggiano agevolò Giovanni Brandi e Mimino Fiore che, non se direttamente o tramite prestanome, hanno aperto una fabbrica per la trasformazione di prodotti agricoli sita a Brindisi, sulla strada per San Donaci. Non conosco con precisione in cosa sia materialmente consistita l’agevolazione ricevuta, ma mi fu riferito sempre da Gerardi, che l’appoggio aveva dato i suoi frutti”, ha detto e non è tutto. Il sostituto procuratore incalza e chiede:  “C’è stato interessamento per l’appalto della gestione del canile comunale?”.

“Non ne sono a conoscenza – ha risposto il pentito - anche se mezza famiglia Brandi lavora, di fatto, al canile comunale”. Se la seconda è una insinuazione, che può contare quel che conta, la prima affermazione è stata declinata nei modi della certezza. Passaseo sostiene di aver avuto indicazioni precise di voto nei confronti di Oggiano, politico che godeva del favore del gruppo per ragioni altre da quelle dell’appoggio politico puro e semplice. Interessi precisi del clan avrebbero indirizzato quel favore. Ipotesi tutta da verificare, sulla quale Passaseo non riesce a fornire dettagli utili e circostanziati.

Contro l’ex barista brindisino, più volte al centro di inchieste per traffico di droga, nonché ex convivente della sorella di uno degli imputati, poi convolato a nozze con una cugina dei fratelli Gerardi, si è levata la voce di Giuseppe Gerardi in persona, che al termine dell’udienza ha chiesto e ottenuto dalla corte di rendere dichiarazioni spontanee. Poche battute, utili a smentire categoricamente di aver mai dato indicazioni di voto alcuna, né a favore di Oggiano, né di altri. Tutte invenzioni insomma. Testimonianza che deve essere parsa assai debole allo stesso difensore dell’ex consigliere, l’avvocato Fabio Di Bello che ha serenamente passato il testimone ai colleghi. Ritorno in aula fissato per il 17 gennaio. Il dibattimento entra nel vivo, con l’esame degli imputati.

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