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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

In risposta ai tagli, i poliziotti donano il sangue: quasi 30 sacche riempite al Perrino

La maggior parte di loro era alla prima donazione di sangue. Dopo questa esperienza, assicurano che si faranno rivedere spesso nel Centro trasfusionale dell'ospedale Perrino di Brindisi. Quasi 30 poliziotti hanno aderito stamani all'iniziativa: "Ci tolgono il sangue, meglio donarlo"

BRINDISI – La maggior parte di loro era alla prima donazione di sangue. Dopo questa esperienza, assicurano che si faranno rivedere spesso nel Centro trasfusionale dell’ospedale Perrino di Brindisi. Quasi 30 poliziotti hanno aderito stamani all’iniziativa: “Ci tolgono il sangue, meglio donarlo”. Dalla rabbia per i tagli, il blocco del turnover e i disagi con cui devono confrontarsi quotidianamente i tutori dell’ordine, è nata l’idea di supportare una nobile causa. 

Gli agenti, alcuni dei quali in divisa, hanno raggiunto intorno alle ore 9 il nosocomio brindisino e si sono avvicendati sui lettini del dipartimento diretto Un gruppo di poliziotti all'asterno del centro trasfusionale-2dal dottor Francesco Cucci, per riempire una sacca di plasma: merce rara in un periodo di crisi per le donazioni che ha ridotto al lumicino le scorte di cui dispongono gli ospedali pugliesi. La sortita in ospedale ha aperto una giornata di mobilitazione, segnata dall’astensione per tre ore (dalle 11 alle 14) dal servizio. In questa fascia oraria, i poliziotti si sono ritrovati nella sala conferenze della questura per prendere parte a un’assemblea sindacale coordinata dal segretario nazionale, Francesco Pulli, e dal segretario provinciale, Domenico Pezzuto, del sindacato Sap, che ha agito in sintonia con i sindacati Sapp, Sapaf e Conapo. 

Gli stessi Pulli e Pezzuto si sono fatti inserire un ago nel braccio. “Da agosto – dichiara Pezzuto – abbiamo dato vita a una serie di manifestazioni per sensibilizzare la gente sulle problematiche derivanti dai tagli al settore della sicurezza”. Gli agenti lamentano: il mancato rinnovo del contratto di lavoro, fermo da cinque anni; il blocco del tetto retributivo; il blocco dell’avanzamento di grado. Tutto questo IMG_2036-2si ripercuote inevitabilmente sul loro operato. “A Brindisi – dichiara il segretario nazionale del Sap – disponiamo di mezzi obsoleti, alcuni dei quali con 300mila chilometri alle spalle. L’età media dei poliziotti è di 48 anni. I colleghi che vanno in pensione non vengono rimpiazzati”. 

La carenza d’organico comporta serie problematiche nella gestione della sicurezza in aree nevralgiche della città, come la stazione e il porto. “In una situazione nazionale di allarme terroristico – spiega Pulli – non ci spieghiamo come mai la stazione ferroviaria di Brindisi, soggetta fra l’altro a gravi rischi a causa del transito e dello stazionamento di convogli contenenti materiale esplodente, sia completamente sguarnita dalle ore 20 alle 8, nonostante l’ufficio affari generali del Dipartimento ci avesse promesso l’invio di almeno quattro unità per coprire il turno di notte”. 

“E non ci spieghiamo inoltre – prosegue Pulli – come mai non sia ancora stato riparato l’impianto di videosorveglianza guastatosi dopo appena due mesi dall’inaugurazione del sottopassaggio di via Tor Pisana”. 

Carlo Mitrotta, del Sap, indossa una maglietta recante la scritta: “Sette forze di polizia? No grazie”. I sindacati chiedono infatti da tempo di creare Il dirigente del centro trasfusionale, Francesco cucci, insieme a due poliziotti-3una sola forza di polizia, risparmiando così sui costi di gestione di quelle (cinque nazionali e due locali) attualmente esistenti (a tal proposito è stata lanciata una petizione online). I nodi, insomma, sono numerosi. E con il gesto odierno, oltre a far conoscere alla cittadinanza le loro problematiche, i poliziotti hanno dato un enorme aiuto al centro trasfusionale. 

“Ringrazio i poliziotti – dichiara il dirigente del dipartimento, Francesco Cucci – per il gesto di grande solidarietà che hanno fatto, donando il sangue in questo periodo di grossa difficoltà. Mi ha colpito il fatto che molte persone erano alla loro prima donazione. Soprattutto i nuovi rappresentano la speranza che ci possa essere un ricambio generazionale nella donazione di sangue”. 

La situazione, purtroppo, continua a essere complicata. “Grazie alle sacche riempite oggi – spiega Cucci – adesso non ci troviamo in una situazione precaria. Ma non possiamo permetterci di vivere alla giornata. Già a partire dalle prossime ore, devo pensare a domani. Non posso pensare che le scorte dell’ospedale Perrino, che serve tutta la provincia,  si riducano a zero. Se oggi sono ricco, devo cercare di essere forse meno ricco domani, ma comunque non povero”. 
 

Cucci spiega che servono almeno 25-30 donazioni al giorno per poter stare tranquilli. Attualmente, la media giornaliera è di 10-11 donatori. “Stamani qualcuno ha osservato che il personale era poco – prosegue Cucci – perché contemporaneamente a Ceglie Messapica abbiamo raccolto 27 sacche. La carenza di sacche riguarda tutta la regione. Addirittura, in alcuni casi, siamo dovuti andare fuori dalla Puglia. Ognuno ha cercato di arrampicarsi con le scorte che aveva. E anche noi ci siamo arrampicati, nel bene e nel male”. 
 

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