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Cronaca

Incidente in Sanofi, chiusa inchiesta

BRINDISI - Quindici avvisi di fine indagini sono stati notificati dalla procura di Brindisi ad altrettante persone indagate nell'ambito delle indagini sull'esplosione del 10 giugno 2010 nello stabilimento Sanofi Aventis nel corso di interventi di manutenzione. Tra le persone raggiunte dagli avvisi, Gennaro De Lemma, 63 anni, direttore dello stabilimento brindisino della Sanofi; Daniela Spinelli, 51 anni, brindisina, rappresentante legale della Cof&Co, e di Cosimo Giovanni Polito, 53 anni, responsabile della sicurezza della Cof&Co.

BRINDISI - Quindici avvisi di fine indagini sono stati notificati dalla procura di Brindisi ad altrettante persone indagate nell'ambito delle indagini sull'esplosione del 10 giugno 2010 nello stabilimento Sanofi Aventis nel corso di interventi di manutenzione. Tra le persone raggiunte dagli avvisi, Gennaro De Lemma, 63 anni, direttore dello stabilimento brindisino della Sanofi; Daniela Spinelli, 51 anni, brindisina, rappresentante legale della Cof&Co, e di Cosimo Giovanni Polito, 53 anni, responsabile della sicurezza della Cof&Co.

Hanno ricevuto l'avviso anche le due aziende, Sanofi Aventis e Cof, in veste di responsabili civili. L’esplosione sviluppatasi in un silos dell'azienda farmaceutica, che a Brindisi produce soprattutto principi attivi per noti antibiotici, provocò la morte dell’operaio Cosimo Manfreda, 45 anni, brindisino, e il ferimento di Mario Saponaro, 42 anni, Gianfranco Branca, 42 anni, Antonio Colella, 41 anni, e Gianfranco Guidotti, 52 anni. Tutti dipendenti della Cof, azienda subappaltatrice, tranne Guidotti, dipendente della Sanofi.Il pm Antonio Costantini ha proceduto sulla base di ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose gravi.

L’esplosione fu innescata dal lavoro di smerigliatura che Manfreda aveva iniziato sul boccaporto del silos. Un’operazione che persone esperte come quelle che giovedì scorso si trovavano sul silos effettuavano senza grossi problemi. Giovedì non è stata un’operazione di routine. Perché in quel silos invece della solita acqua e cloroformio c’erano delle sostanze altamente esplosive che sono state innescate dalle scintille provocate dalla smerigliatrice. Ora toccherà al giudice dell'udienza preliminare decidere se rinviare o meno a giudizio le persone indagate.

Sulla conclusione dell'attività inquirente c'è una nota ufficiale di Sanofi: "Il sostituto procuratore dott. Antonio Costantini ha concluso le indagini sull’incidente accaduto il 10 giugno 2010 presso il sito produttivo farmaceutico Sanofi di Brindisi, notificando l’avviso di conclusione anche ad alcuni collaboratori dello stabilimento di Brindisi. Sanofi prende atto della chiusura delle indagini e delle persone, ad oggi non ancora imputate, sottoposte a indagini, dimostrando, come di consueto, massima trasparenza e disponibilità e con piena fiducia nell’operato delle autorità competenti".

"In questo momento, Sanofi conferma come priorità assoluta - rimarca l'azienda nellòa nota - la sicurezza dei propri dipendenti e di quelli di società esterne che eseguono lavori nei suoi stabilimenti. Per questo motivo, Sanofi si è sempre impegnata nell’assicurare elevati standard di sicurezza all’interno dei propri siti produttivi (compreso quello di Brindisi). Sanofi in Italia ha sei stabilimenti produttivi dove operano circa 1.400 collaboratori, nei quali negli ultimi anni non si sono verificati incidenti che abbiano compromesso la salute dei lavoratori. Nei confronti delle persone coinvolte Sanofi ha fornito sin dall’inizio cure e assistenza, confermando disponibilità e vicinanza in ogni momento".

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