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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Incidente mortale al rondò: assolti tre ingegneri della Provincia

Sono stati assolti con formula piena tre ingegneri della Provincia di Brindisi che erano finiti sotto processo con l'accusa di cooperazione in omicidio colposo a seguito di un incidente mortale

BRINDISI – Sono stati assolti con formula piena tre ingegneri della Provincia di Brindisi che erano finiti sotto processo con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo a seguito di un incidente mortale verificatosi il 20 ottobre 2008 sulla strada provinciale 45 che collega Mesagne a Latiano. Si tratta di  Cesare Argentieri, di Brindisi, difeso da Daniela Faggiano, Giuseppe Scarafile, di Ostuni, difeso da Fabrizio Putignano e Mario Guagliani, e Stefano Morciano, di Brindisi, difeso da Alessandra Viterbo.

Il giudice del tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, nella giornata di martedì (23 febbraio) ha emesso una sentenza di assoluzione "per non aver commesso il fatto". Era stato assolto con rito alternativo anche un quarto imputato: il conducente di un autobus (il 44enne Vincenzo Caputo, di Palagiano, in provincia di Lecce) coinvolto nel terribile impatto che costò la vita al motociclista 30enne Alessandro De Nuccio, di Mesagne. 

Erano circa le ore 20 quando De Nuccio, alla guida della sua Ducati Monster, di ritorno da Mesagne entrò in collisione con il pullman Setra 215 Gt condotto da Caputo, proveniente dalla direzione opposta. Il mesagnese venne sbalzato sull’asfalto riportando delle ferite gravissime. Poco dopo spirò in ospedale.

Secondo i famigliari della vittima, costituitisi parte civile, il motociclista perse il controllo del mezzo a causa di un abbagliamento riconducibile al faro del pullman. La parte civile inoltre tentò di addebitare la responsabilità agli ingegneri, per aver omesso di installare la pubblica illuminazione. Ma in sede dibattimentale tale ipotesi sono cadute.

Durante il processo è infatti emerso che la pubblica illuminazione non era né obbligatoria e né raccomandata per la tipologia di incrocio in questione. Lo stesso inoltre, giudicato anomalo per il decentramento dell’isola centrale rispetto agli assi delle strade in essa confluenti, è perfettamente rispondente alle norme cogenti, sebbene inusuale all’epoca della sua realizzazione.

I tecnici della Provincia, insomma, operarono in maniera corretta. 

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