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Cronaca

Spari contro auto: i carabinieri sulle tracce di una Fiat Stilo scura

Potrebbe essere una Stilo l'auto presa di mira venerdì pomeriggio al rione Sant'Elia. Recuperati tre bossoli di una pistola calibro nove. Non si esclude collegamento con le gambizzazioni di Borromeo e Ferri

BRINDISI – Potrebbe essere una Fiat Stilo l’auto che ieri pomeriggio (13 ottobre) è stata presa di mira alla rotonda di largo Pino Indini, al rione Sant’Elia. Qui, intorno alle ore 14,30, sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco contro una utilitaria che proveniva da via Edoardo Dalbono ed era diretta verso via Pellizza da Volpedo, dove si trovano i campi di calcio dell’impianto ex Acsi. Sono stati alcuni residenti a riferire di una Stilo. E non può essere un caso che i militari, subito dopo aver ultimato i rilievi, intorno alle ore 16, abbiano ingaggiato un inseguimento con una Stilo scura il cui conducente, transitando dalla rotatoria in questione, non si è fermato all’alt, riuscendo a dileguarsi.

Spari sant'elia, via Leonardo Da vinci 2-2-2

Ma chi si trovava a bordo di quella macchina? Spetta ai carabinieri della compagnia di Brindisi al comando del capitano Luca Morrone il compito di risolvere l’enigma. E’ tutt’altro che semplice il lavoro degli investigatori, se si considera che la rotatoria è sprovvista di telecamere. L’occhio elettronico più vicino si trova ad alcune decine di metri di distanza, nei pressi del cavalcavia che collega via Sant’Angelo a via Dalbono. Con ogni probabilità verranno acquisite queste immagini nelle prossime ore, ma è difficile che se ne possa ricavare qualcosa di utile.

Un agguato preparato con cura

Si parte dunque da poche certezze. Una di queste è che l’autore dell’agguato si è appostato dietro a un fabbricato del servizio elettrico posto ad angolo fra via Dalbono e via Leonardo da Vinci, in cima a un terrapieno. Si trattava insomma di una posizione strategica, che garantiva un’ottima visuale della zona. Evidentemente il bandito era in attesa del passaggio della vittima designata, di cui conosceva bene le  abitudini. Al momento dell'arrivo dell’auto, il grilletto è stato premuto almeno tre volte. Non si sa se uno o più colpi siano andati a segno. Fra le erbacce, i carabinieri, supportati dal personale della Scientifica, hanno recuperato due bossoli e un proiettile (presumibilmente a causa di un inceppamento della pistola) calibro nove. Un terzo bossolo calibro nove è stato rinvenuto fra le grate di una caditoia ubicata a ridosso dello spartitraffico di via Leonardo da Vinci.

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Scontro nella mala

Non può non essere di interesse investigativo il fatto che tre bossoli dello stesso calibro, oltre a sei calibro 38, vennero recuperati anche in occasione della gambizzazione del 29enne Christian ferri avvenuta lo scorso 4 ottobre, sulla strada che collega il rondò della strada statale 7 per Taranto (il cosiddetto incrocio della morte) alla superstrada per Lecce e al rione Sant’Elia. Né bossoli né ogive, invece, vennero ritrovati tre giorni prima (domenica 1 ottobre) all’incrocio fra via Sant’Angelo e via Oberdan, dove venne ferito alla gamba il 25enne Stefano Borromeo.

E’ forte il sospetto che le tre sparatorie rientrino in un unico contesto criminale al quale potrebbe ricondursi anche la pioggia di proiettili, fra raffiche di kalashnikov e colpi di semiautomatica, che la notte fra il 12 e il 13 settembre si abbatté contro alcune palazzine di via Raffaello, sempre al rione Sant’Elia. E’ in atto, insomma, un duro scontro nella malavita locale. Si spara, anche in pieno giorno e in presenza di numerose persone (come accaduto in via Sant’Angelo), per risolvere dei contrasti maturati nel mondo del malaffare.

C’è da augurarsi che prima o poi non sia qualche onesto cittadino a pagare le conseguenze della guerra fra clan. Basti pensare che la rotonda di largo Indini, proprio all’orario in cui sono stati esplosi i colpi, è percorsa quotidianamente da tanti ragazzini che vanno ad allenarsi nei campi in via Pellizza da Volpedo, accanto all'impianto abbandonato ex Acsi, di una società di calcio giovanile.

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