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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Inquinamento? Ok se è Us Navy

BRINDISI – Sono di stanza nella base della Us Navy a Sigonella da un pezzo. Sono gli aerei antisommergibile con cui gli americani controllano dalla Sicilia una parte strategica del Mediterraneo. Se qualche sottomarino estraneo alle forze Nato passa dal Canale di Sicilia o dallo Stretto di Messina, deve fare attenzione ai sistemi elettronici imbarcati sui P-3C Orion, quadrimotore a turboelica della Lockheed Martin. Ma gli equipaggi si alternano, passano da una base all’altra, hanno bisogno di addestramento soprattutto nella fase di approccio con il velivolo. Tuttavia non è facile trovare una pista disponibile per gli addestramenti. Pare che i P-3C Orion si siano sentiti dire no già da Gioia del Colle e Grottaglie. Un sì lo hanno ottenuto, manco a dirlo, da Brindisi.

BRINDISI – Sono di stanza nella base della Us Navy a Sigonella da un pezzo. Sono gli aerei antisommergibile con cui gli americani controllano dalla Sicilia una parte strategica del Mediterraneo. Se qualche sottomarino estraneo alle forze Nato passa dal Canale di Sicilia o dallo Stretto di Messina, deve fare attenzione ai sistemi elettronici imbarcati sui P-3C Orion, quadrimotore a turboelica della Lockheed Martin. Ma gli equipaggi si alternano, passano da una base all’altra, hanno bisogno di addestramento soprattutto nella fase di approccio con il velivolo. Tuttavia non è facile trovare una pista disponibile per gli addestramenti. Pare che i P-3C Orion si siano sentiti dire no già da Gioia del Colle e Grottaglie. Un sì lo hanno ottenuto, manco a dirlo, da Brindisi.

Come, con tutte le storie sui cacciabombardieri del 32mo Stormo che facevano troppo casino, fino a quando l’unità non si è trasferita ad Amendola (Foggia), e poi più recentemente sui cargo della base Onu? Gli americani di Sigonella invece hanno incassato il permesso di addestrarsi sulle piste del Papola Casale (che per i voli civili è l’Aeroporto del Salento). Un permesso che è addirittura una eccezione rispetto a quanto è consentito agli stessi addestratori dell’Aeronautica Militare Italiana, che possono sorvolare il Papola sono dal lunedì al venerdì. Gli Orion antisom della Marina americana invece si presentano, nei periodi di addestramento, di sabato e di domenica.

Arrivano, compiono strette virate senza gli allineamenti necessari per i velivoli civili, atterrano, rullano, ridanno motore al massimo, decollano, si allontanano, poi ritornano e ripetono tutto. Simulano condizioni di emergenza sia negli atterraggi che nei decolli. Quando finiscono, salutano e se ne tornano dalle parti di Siracusa. Ci mettono un’oretta, con i loro quattro motori a turboelica. Per la torre di controllo di Brindisi si tratta, chiaramente, di lavoro in più perché Brindisi ha più voli civili rispetto al passato, e bisogna infilare ogni toccata degli Orion tra un Boeing e l’altro delle varie compagnie.

Ma si tratta anche di rumore ed inquinamento in più: quando i P-3C arrivano o si allontanano, si distingue nettamente la scia degli scappamenti dei quattro motori. Il rumore, anche quello c’è. Insomma, Brindisi sarebbe stata la città più giustificabile se avesse detto no alla Us Navy, rispetto agli aeroporti militari che non mancano. Invece prendiamo tutto. Adesso è da un paio di week-end che gli Orion sono spariti. Forse l’addestramento per la nuova infornata di equipaggi è conclusa, e si faranno vivi alla prossima? Comunque, per dirla tutta, a molta gente al Casale questa storia non va giù. Poi chi deve decidere può tenerne conto o meno. Alla città non ne viene nulla, se non maggiore inquinamento e traffico al Papola.

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