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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Inseguiti dagli ultras": incidente d'auto

BRINDISI – Prima una sprangata sulla portiera, poi l’inseguimento, l’incrocio semaforico di viale Duca Degli Abruzzi superato col rosso e lo schianto contro il suv Suzuki condotto da un 45enne brindisino. Inizia così quella che doveva essere una tranquilla domenica di lavoro di tre cronisti di Caserta - Giuseppe Frondella, Piero Maiello e Nico Marotta - giunti a Brindisi per documentare una delle tante imprese della squadra campana, ma finita, ancor prima di varcare le soglie dello stadio Franco Fanuzzi, direttamente all’ospedale Perrino.

BRINDISI – Prima una sprangata sulla portiera, poi l’inseguimento, l’incrocio semaforico di viale Duca Degli Abruzzi superato col rosso e lo schianto contro il suv Suzuki condotto da un 45enne brindisino. Inizia così quella che doveva essere una tranquilla domenica di lavoro di tre cronisti di Caserta - Giuseppe Frondella, Piero Maiello di Radio Prima Rete e Nico Marotta de Il Mattino, redazione di Caserta - giunti a Brindisi per documentare una delle tante imprese della squadra campana, ma finita, ancor prima di varcare le soglie dello stadio Franco Fanuzzi, direttamente all’ospedale Perrino.

“Minacciati ed inseguiti con delle auto da alcuni non meglio identificati esponenti del tifo brindisino, per sfuggire a quello che è stato un vero e proprio agguato hanno avuto un incidente con la vettura di un malcapitato”. E’ la versione ufficiale contenuta nei vari comunicati di condanna dell’episodio, sul quale indaga la Digos – guidata dal vice questore Vincenzo Zingaro – piovuti già da prima della conclusione della gara calcistica dalla F.C. Casertana, dall’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e dell’Ussi (l’Unione stampa sportiva italiana). Resta da capire come abbiano fatto gli inseguitori ad identificare come casertani i tre giornalisti, che certo non viaggiavano con sciarpe e bandiere fuori dai finestrini.

I tre cronisti – secondo la ricostruzione della dinamica dei fatti rilavata dai vigili urbani – viaggiavano a bordo di una Lancia Libra di colore nero quando intorno alle 14 si sono schiantati contro la Suzuki guidata dal malcapitato signor Monopoli che ha avuto la peggio, nonostante non versi in pericolo di vita ma resta sotto osservazione. Piero Maiello, Giuseppe Frondella e Nico Marotta se la cavano rispettivamente con  10, 7 e 3 giorni di prognosi. Ai vigili subito dopo lo schianto hanno ammesso di essere passati col rosso e poi hanno spiegato il perché: ritenevano di essere inseguiti da una Fiat Punto di colore nero a bordo della quale ci sarebbero stati dei non meglio identificati esponenti del tifo brindisino.

I malintenzionati sarebbero stati riconosciuti, secondo i primi indizi, da alcune sciarpe biancazzurre. Resta tutta da verificare la versione secondo la quale l’auto dei cronisti sia stata affiancata precedentemente e presa a sprangate prima della fuga sfociata nell’incidente. Sarà la Digos a dipanare il giallo che se fosse rispondente ai dettagli definire inquietante sarebbe un comodo eufemismo. In attesa della verità dei fatti Brindisi registra l’ennesima pagina da dimenticare di cui avrebbe volentieri fatto a meno, rimediando una figuraccia mediatica a livello nazionale.

Tuona l’F.C. Caserta che “manifesta il proprio sdegno per il grave episodio che ha visto coinvolto, poco prima dell’incontro odierno tra Brindisi e Casertana, alcuni giornalisti che come di consueto avevano raggiunto la sede della trasferta per rendere un utilissimo servizio a tutti gli appassionati rossoblù. Giuseppe Frondella, Piero Maiello e Nico Marotta sono stati minacciati ed inseguiti con delle auto da alcuni non meglio identificati esponenti del tifo brindisino e per sfuggire a quello che è stato un vero e proprio agguato hanno avuto un incidente con la vettura di un malcapitato. Non servono commenti, se non la condanna per il grave episodio e la piena solidarietà ai colleghi coinvolti che in nome della loro passione e dello spirito di servizio come ogni domenica seguono in ogni dove le sorti dei falchetti, a loro un abbraccio affettuoso dalla dirigenza,dallo staff tecnico, dai calciatori e dai collaboratori della Casertana F.C.”.

Anche l’Ussi, l'Unione stampa sportiva italiana sezione di Caserta “è vicina ai colleghi in ospedale e al malcapitato che si trova in condizioni più gravi a causa dell’incidente ed è solidale con la denuncia dell’Ussi, l’Unione stampa sportiva italiana, e del suo fiduciario Lucio Bernardo per colpire quanto prima chi non segue lo sport ma cerca e costruisce violenza”. Ma per adesso nessun indizio sugli inseguitori indicati dai tre cronisti casertani, che hanno parlato anche di una Fiat Punto nera. Sarebbe comunque l'unico episodio di violenza di una partita cominciata bene anche fuori dallo stadio Fanuzzi, in via Brin, a poche centinaia di metri dall'incrocio dell'incidente, quello con il viale che conduce al Monumento al Marinaio.

“La madre degli imbecilli è sempre incinta”, recita un antico adagio. E i proverbi non sbagliano mai. Può una passione di popolo, trasformarsi nella puntuale occasione o nel pretesto alla violenza? Lo sport – dentro e fuori dal campo – insegna rispetto, regole, non violenza. L’agonismo non è più un sentimento sano quando trascende mettendo a rischio la persona altrui. E soprattutto per quale motivo? Se nemmeno quello c’è allora non c’è nessuna passione, né alcuna tifoseria degna di tale nome. O il problema a Brindisi deve essere solamente il calcio (quello con la c minuscola) e “quelli che il calcio”? Allora una proposta, eleggiamo a sport cittadino gli scacchi! Intanto costano molto di meno, si rischiano meno incidenti e chi lo pratica sa perfettamente cosa significano le regole. Si vince o si perde grazie al cervello non ai muscoli.

Sul caso, in serata, anche una nota della SSD Città di Brindisi: "La SSD Calcio Città di Brindisi esprime rammarico per l’episodio che questo pomeriggio, prima dell’incontro con la Casertana, ha visto coinvolti tre giornalisti ospiti giunti a Brindisi al seguito della squadra rossoblu. I tre cronisti, incorsi in un incidente d’auto senza per fortuna riportare importanti conseguenze, sono stati condotti per accertamenti e refertati presso l’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi. La società confida nelle attività investigative della Digos di Brindisi e intanto porge piena solidarietà agli operatori dell’informazione casertani, che hanno ricostruito l’accaduto riferendo di un’aggressione e di un inseguimento avvenuti ai loro danni".

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