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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Zona Autigno, divieto di pascolo, coltivazione e irrigazione sino alla bonifica”

Ordinanza del Comune di Brindisi dopo l’inquinamento della falda acquifera della discarica.Fascia di salvaguardia estesa per mille metri dal perimetro dal sito. Verifiche della Asl sulla contaminazione degli ulivi da metalli pesanti

BRINDISI – Divieto di pascolo, coltivazione, piantumazione, irrigazione e uso delle acque di falda nella zona attigua alla discarica di Autigno, a partire da oggi e sino alla bonifica: il Comune ha ordinato lo “stop” con riferimento a una fascia di salvaguardia che si estende per mille metri dal perimetro del sito, a scopo precauzionale, così come è stato chiesto dalla Asl dopo che le indagini nei pozzi spia hanno accertato l’inquinamento di falda.

L’inquinamento. L’ipotesi di reato costituisce l’impalcatura principale dell’inchiesta della Procura, coordinata dal sostituto Valeria Farina Valaori, e delegata ai carabinieri del Noe, da cui sono scaturiti il sequestro della discarica lo scorso 5 maggio e la notifica degli avvisi di conclusione indagine a sette persone il 22 settembre.

Sono indagati e rischiano di finire sotto processo con l’accusa di omissione d’atti d’ufficio per non aver posto in essere le azioni a tutela della salute e dell’ambiente, nonostante sapessero dei livelli di contaminazione della falda, Luca Screti, in qualità di amministratore unico della società Nubile srl, gestore del sito di proprietà dell’amministrazione comunale di Brindisi; il direttore della ditta Giuseppe Masillo; i dirigenti di Palazzo di città che si sono susseguiti alla guida del settore Ambiente, Fabio Lacinio che è anche funzionario dell’Oga, Pietro Cafaro e Francesco Di Leverano, nonché il responsabile dell’ufficio Ecologia della Provincia Pasquale Epifani e il dirigente dell’Arpa Anna Maria D’Agnano (ma a discarico dei funzionari i legali di fiducia stanno raccogliendo gli atti emessi, per sottoporli all’attenzione del pm).

L’ordinanza. Il provvedimento, sotto forma di ordinanza,  è arrivato questa mattina, a firma del sindaco Mimmo Consales, prima autorità in materia di tutela della salute e dell’ambiente, ed è indirizzato “ai proprietari, ai conduttori e agli operatori a qualsiasi titolo” per comunicare “l’interdizione delle attività” legate ai terreni che ricadono in contrada Autigno, alle porte di Brindisi. Molti di questi sono cittadini del Comune di San Vito dei Normanni, che dista appena 5 chilometri dalla discarica.

E’ assolutamente “vietato usare le acque di falda per usi civili e/o sanitari, con esclusione degli scarichi wc” sino “alle risultanze del piano di monitoraggio che nel frattempo l’Azienda sanitaria locale avrà realizzato relativamente alla verifica della eventuale contaminazione delle colture arboree-arbustive da inquinanti ambientali”. Il riferimento è agli alberi di ulivo e ai filari di vite che potrebbero essere stati macchiati da metalli pesanti.

L’ipotesi non è affatto scartata, i sempre per motivi precauzionali e deve essere necessariamente sottoposta a verifica con una serie di accertamenti che gli uffici della Asl hanno già avviato a “salvaguardia della salute pubblica e dell’igiene ambientale”.

Copia dell’ordinanza è stata notificata non solo “al Comando della polizia municipale e al personale ispettivo dell’Asl, per la verifica dell’esecuzione”, ma anche agli uffici della Procura, così come ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, alle altre forze dell’ordine e alla prefettura.

L’Arpa e la Provincia.Tutto parte dagli esiti degli accertamenti svolti dall’Arpa Puglia nelle aree della discarica per rifiuti urbani di contrada Autigno nel mese di novembre 2014, dai quali “risultava il superamento delle soglie con il perdurare dello stato di contaminazione”. Tutto trasmesso all’amministrazione provinciale che ne prendeva atto con nota dell’11 marzo 2015 e che, di conseguenza, “comunicava al gestore dell’impianto e agli Enti interessati, tra cui il Comune di Brindisi, di porre in essere tutti gli adempimenti previsti dalle norme ai fine di salvaguardare le matrici ambientali e ridurre il potenziale pericolo per l’ambiente e la salute pubblica”.

Cosa è successo dopo? Che il Comune, sentite le amministrazioni preposte, si è attivato “in sia sostitutiva in danno del gestore della discarica”, vale a dire della società Nubile, con cui ormai i rapporti sono incandescenti e destinati ad avere un’appendice in Tribunale, soprattutto ora che il contratto per l’impianto di Cdr, gestito assieme ad Autigno, è in discussione e sarà risolto. L’argomento sarà discusso domani, 30 settembre, nel corso dell’assemblea dell’Oga nel quale sono riuniti i venti comuni della provincia, convocata dal sindaco Consales, in veste di presidente.

La diffida. Gli interventi sono stati di due tipi e va ricordato che lo stesso Comune, nella persona del primo cittadino in veste di legale rappresentante pro-tempore, è stato raggiunto da una diffida firmata dal pm titolare del fascicolo d’inchiesta. L’Ente cittadino ha dato corso all’“estrazione di percolato per circa 3.600 tonnellate” e alla  “progettazione dell’intervento di bonifica della falda”. Si arriva ai giorni nostri, esattamente al 17 settembre scorso, con la richiesta del Comune alla Asl di “accertare con urgenza se, sotto il profilo sanitario, la discarica di Autigno necessitasse di ulteriori interventi oltre a quelli posti in essere”.

La risposta è arrivata il 24 settembre, con la “proposta di ulteriori azioni correttive a integrazione di quelle poste in essere dal Comune di Brindisi, sulla base della caratteristiche di destinazione e uso delle aree limitrofe poiché in zona, sia pure in “aree più periferiche all’impianto, ci sono colture agricole principalmente arboree, uliveti,  nonché terreni a uso seminativo e incolti oltre a insediamenti civili sparsi”. Da qui la necessità di individuare una fascia di salvaguardia dal perimetro della discarica, estesa per mille metri, in cui interdire qualunque attività che richieda l’uso di acque di falda. Con ordinanza. In vigore da oggi.

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