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Cronaca

Intervento/ Chi vive di illegalità va emarginato dalla parte sana della città

Ma che città è questa. Dio mio è la mia città, dove sono cresciuto, ho i miei amici, la mia famiglia, i miei affetti, dove ho cercato di dare un contributo di idee e di soluzioni a problematiche, dove mi sono impegnato in politica, nell'amministrazione pubblica, nel sociale, nello sport

Ma che città è questa. Dio mio è la mia città, dove sono cresciuto, ho i miei amici, la mia famiglia, i miei affetti, dove ho cercato di dare un contributo di idee e di soluzioni a problematiche, dove mi sono impegnato in politica, nell’amministrazione pubblica, nel sociale, nello sport. Io amo questa città, con tutte le sue contraddizioni, con la sua povertà e ricchezza, con le sue crisi, con la sua capacità di reagire ad ogni evento negativo, con la generosità tipica di chi ci è nato, con una gioventù rigogliosa, sveglia, intelligente, che se pur maltrattata continua a credere nel riscatto e nella soluzioni di problematiche incancrenite.

Ma ora che sta succedendo? La situazione sembra che stia sfuggendo di mano a tutti, cittadini, forze di polizia, politica, associazioni di categoria. Sono aumentati in maniera esponenziale rapine, atti vandalici, tentati omicidi, omicidi e violenze di ogni genere, la società non reagisce e come se subisse tali episodi con una sorta di spirito di rassegnazione, con fatalismo. Non può e non deve essere così. Dobbiamo reagire in maniera civile, democratica, bisogna far capire che la maggioranza di questa città e fatta di gente perbene, di gente operosa, ingegnosa, generosa che vive nella legalità.

Ma bisogna soprattutto far capire che non può una minoranza di teppisti, delinquenti e lestofanti incidere su un tessuto sociale, ferirlo, mortificarlo. Essi devono capire di essere una spaurita minoranza, devono sentire il peso di una città sana, che urla e difende i principi di democrazia e libertà e del vivere civile. Bisogna capire che il fenomeno della droga, cocaina in particolare, sta distruggendo intere generazioni, creando potenziali delinquenti, il fenomeno va represso e curato.

Bisogna debellare il fenomeno del micro spaccio tra i giovani e fermare la loro fonte di rifornimento. Dobbiamo impegnarci di più nel sociale, far sentire la presenza dello Stato nei quartieri a rischio, riprogrammare seriamente i servizi sociali di questa città, dobbiamo avere la capacità di ascoltare con attenzione i giovani, dobbiamo sentire e prevenire i loro malesseri. Abbiamo l’obbligo, morale e civile di far sentire, chi non è nella legalità, un emarginato, uno che non serve a nulla, ma che soprattutto fa del male a se stesso, alla sua famiglia e alla società.

L’attentato al sindaco di Brindisi è gravissimo, Mimmo Consales non rappresenta uno schieramento ma è il primo cittadino della nostra città, l’atto subito è un offesa per tutti nessuno escluso, qualsiasi sia la ragione, noi abbiamo l’obbligo di far sentire la nostra voce di gridare le nostre ragioni. Qui vive gente perbene, che crede nei valori del vivere democratico, della libertà, del rispetto degli altri, nel rispetto della vita in ogni sua forma. Non bastano gli interventi, le prese di posizione, tutti e dico tutti, partiti politici, sindacati, associazioni, liberi cittadini devono scendere in piazza per protestare contro questa minoranza illegale, bisogna dare un segnale forte, che faccia capire che la città sta con la legge ed è per la legalità.

Bisogna farlo subito, abbiamo  la necessità di far sapere al resto d’Italia che questo è un territorio sano, dove è possibile vivere e fare investimenti. Dobbiamo farlo per i nostri figli, per tutti i giovani che credono nei valori di civiltà e per tutti quelli che si sono persi per colpe non solo personali.

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