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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Intervento/ Il salasso è servito, ecco quanto ci costerà la tassa sui rifiuti

Nei giorni scorsi, in seguito all’approvazione da parte del consiglio comunale delle tariffe concernenti la  tassa sui rifiuti, qualcuno ha ipotizzato,  che per le utenze domestiche si dovessero  pagare somme variabili da 58 a 327 euro circa a metro quadro

BRINDISI - Nei giorni scorsi, in seguito all’approvazione da parte del consiglio comunale delle tariffe concernenti la  tassa sui rifiuti, qualcuno ha ipotizzato,  che per le utenze domestiche si dovessero  pagare somme variabili da 58 a 327 euro circa a metro quadro.

Stando a quella ipotesi,  per un appartamento di 100 metri quadri, si sarebbe dovuto pagare  da 6.000  a 33.000 euro l’anno circa , in relazione alla diversa composizione del nucleo familiare.

Preso atto che siamo comunque in  presenza di aumenti esagerati, che non possono non incidere negativamente  sui bilanci delle famiglie  e delle attività brindisine, già falcidiati dalla crisi devastante che ha colpito il nostro territorio e dagli aumenti dei generi di prima necessità di questi ultimi anni, è utile fare chiarezza, per dare l’esatta dimensione del salasso propinato ai cittadini.

Per  il calcolo delle utenze domestiche è  necessario fare riferimento alla  superficie dell’ abitazione, alle tariffe fissa e variabile associata alla composizione familiare, all’addizionale provinciale sui rifiuti del 5 per cento.

L’importo da pagare risulta uguale alla tariffa fissa, determinata dal  prodotto dei metri  quadri per la tariffa associata alla composizione del nucleo familiare, sommata alla   tariffa variabile, associata al solo numero dei componenti del nucleo familiare. Il tutto aumentato del 5% dell’’addizionale provinciale. Una complicazione di numeri e coefficienti virtuali,  distanti dalla realtà dei fatti e dei comportamenti delle persone, che sembrano costruiti apposta per non far capire niente a nessuno. Forse nemmeno a chi li ha inventati e a chi li ha approvati.

Il  consiglio comunale ha comunque deciso di esentare dal pagamento i soli nuclei familiari, che hanno un reddito inferiore a 2000 euro l’anno. Come se quelli con reddito di 3000, 4000 o 5000 euro l’anno possono essere considerati diversamente, quasi “ benestanti” e non cittadini che sopravvivono in condizioni di povertà assoluta,  che non hanno e non avranno mai le risorse per pagare la ta.ri., ma forse anche per alimentarsi. Verso i quali, nella maggior parte dei casi, l’amministrazione darà modo di mostrare la  vicinanza alla loro  sofferenza  e situazione di palese indigenza con l’attivazione del procedimento esecutivo per il recupero di quella tassazione.

Nondimeno, per un’abitazione  di 100 metri quadrati, la tassa sarà determinata dalla relazione:
Con  1 componente:   ( 1,472 X 100 + 57,454) X 5% = 214,887 euro.

Con 2 componenti:     (1,708 X 100  + 134.060) X 5%  =  320,103 euro

Con 3 componenti:     ( 1,854X100 + 172,363) X 5%  = 375,651 euro

Con 4 componenti:     ( 1,981X100+ 210,666) X5%  = 429,204 euro

Con 5 componenti:      ( 1,999 X 100 + 277,696 ) X 5% = 501,475 euro
Con 6 o più componenti:    ( 1,926 X 100 +325,575) X 5% = 544,083 euro

Per calcolare l’importo del  salasso personale di  dicembre, si deve fare riferimento alla formula relativa al  composizione del  proprio nucleo familiare, sostituendo il valore cento con i metri quadri della propria abitazione e sottrarre  l’importo delle due rate pagate.

Ma non si salvano nemmeno alcune tipologie di utenze non domestiche, con incrementi  rilevanti, che molti ritengono ingiustificati, che mettono a rischio la loro capacità di stare sul mercato e di mantenere i posti di lavoro.

Come si riesce a giustificare il passaggio della tassazione delle attività di ortofrutta, pescherie, fiori, pizza al taglio, da 11,23 euro a metro quadro del 2013, a 44,388 a metro quadro del 2015, che comporterà la tassazione di 4.660 euro per gli esercizi con superficie di 100 mq e addirittura 9321 euro  per quelli di 200 mq?

Analoga durezza  risulta  praticata nei confronti di ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub, elevati,  nello stesso periodo, da 12,24 euro  a 34,136 euro a mq , che comporterà il pagamento di  3584,3 euro l’anno per le attività di 100mq  e 7168,6 per quelle di superficie di 200 mq.

 E ancora, solo per fare qualche altro esempio, in base a quali elementi concreti e non fumosi  è stato deciso di  aumentare la tassazione per Bar, caffè, pasticcerie fino a 25,685 euro a metro quadro. Con la conseguenza, che per quelli  di 100mq  si dovrà pagare 2626,9 euro, per quelli di 200 mq 5393,8 euro l’anno.

Ma anche l’aumento della tassazione dei banchi di mercato di generi alimentari passati da 8,90 a mq del 2013, agli attuali 33,64 euro a metro quadro.

Tutte tariffe di gran lunga più elevate di  quelle praticate nella città vicine, come Lecce.

Se questo è livello di vicinanza e di sostegno,  che l’amministrazione aveva assicurato alle attività in crisi della nostra città, allora credo che sia meglio che se ne disinteressi completamente.

Tutto naturalmente in attesa degli altri  aumenti del prossimo anno, per i quali si sta lavorando con grande impegno, per complicare ancora di più la vita dei cittadini  e delle attività brindisine, prescindendo naturalmente dal sacrosanto diritto ad ottenere una città pulita, a misura umana, che dalle nostre parti è ritenuta ormai una pretesa inammissibile. Un vero e proprio peccato mortale.

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