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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Intervista a Sabrina: "Torno a scuola"

MESAGNE – Sabrina Ribezzi è una pila inesauribile che emana forza e coraggio. Ma per funzionare, almeno ancora per qualche tempo, ha bisogno che non si interrompa il circuito che ha unito lei, una delle ferite più gravi dalla bomba omicida del 19 maggio davanti alla Morvillo Falcone, e la sua famiglia: i genitori, la sorella minore Denise, il fratellino Giuseppe. Li vuole tutti accanto. Ma pensa al futuro, Sabrina, e noi non vogliamo chiederle di quel giorno, della vampata accecante, del rombo che si è preso uno dei timpani, del dolore delle ferite, delle lunghe settimane nel Centro ustioni accanto alla compagna Azzurra Camarda. Vogliamo sapere cosa farà. Dove la portano il suo cuore e la sua mente.

MESAGNE – Sabrina Ribezzi è una pila inesauribile che emana forza e coraggio. Ma per funzionare, almeno ancora per qualche tempo, ha bisogno che non si interrompa il circuito che ha unito lei, una delle ferite più gravi dalla bomba omicida del 19 maggio davanti alla Morvillo Falcone, e la sua famiglia: i genitori, la sorella minore Denise, il fratellino Giuseppe. Li vuole tutti accanto. Ma pensa al futuro, Sabrina, e noi non vogliamo chiederle di quel giorno, della vampata accecante, del rombo che si è preso uno dei timpani, del dolore delle ferite, delle lunghe settimane nel Centro ustioni accanto alla compagna Azzurra Camarda. Vogliamo sapere cosa farà. Dove la portano il suo cuore e la sua mente.

La portano a scuola, senza alcun dubbio. Sì, ci tornerà, alla Morvillo Falcone. “Mi aspetta la V B, l’anno prossimo. Devo diplomarmi assolutamente. Perché mi voglio iscrivere all’università e diventare infermiera specializzata”. Lo dice sorridendo ma decisa. Il suo ciclo di formazione da completare è la sua risposta al rischio di vita che ha corso, alla perdita di Melissa Bassi, è il riscontro all’affetto delle compagne di classe. Ieri sono andate in venti a trovarla a casa e le hanno portato un cuscino a forma di cuore decorato da loro con tanti delfini.

Sabrina ama i delfini, ne ha uno tatuato sulla spalla. “Temevo che fosse stato danneggiato o cancellato dalle ustioni, invece no. C’è ancora”, dice sempre sorridendo. Sembra strano, ma sono imperscrutabili i pensieri di chi si trova per giorni nel limbo tra vita e morte, dolore e dormiveglia. E anche paura. E’ rimasta una traccia di ansia, nell’anima di Sabrina, ma lei sa come combatterla. Stretta tra i suoi cari. Quando arriviamo a casa sua, Sabrina è al telefono con l’amica del cuore, Vanessa Capodieci, la prima ad essere dimessa, ma ora è a Pisa accanto alla sorella minore Veronica, la più grave tra le ragazze ferite dall’ordigno fatto esplodere dal misterioso e gelido commerciante di carburanti Giovanni Vantaggiato.

Da Pisa altre buone notizie. Oggi i medici dell’ospedale universitario Cisanello hanno aiutato Veronica a mettersi seduta per pochi minuti sul letto. Domani forse i primi piccoli passi. La marcia di ritorno alla vita. Sabrina è contenta, Vanessa le ha detto che non vede l’ora di riabbracciarla. Lei vuole rivedere al più presto sia Vanessa che Veronica. Tutto e tutti devono tornare al loro posto. Il padre, Marcello, dice: “Se sta bene lei, stiamo bene noi. Il resto lo affronteremo, la vita è fatta di ostacoli”. Sabrina lo interrompe affettuosamente: “Questo è stato il più grande, e ormai è passato”

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