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Cronaca

"Kater I Rades", i giudici d'appello prorogano i termini per la restituzione all'Albania

BRINDISI – La Corte d’Appello di Lecce ha prorogato dal 31 marzo al 28 giugno 2011 il termine di restituzione all'Albania della motovedetta albanese “Kater I Rades”, affondata nel Canale d'Otranto il Venerdì Santo del 1997 provocando 84 morti. Da anni un comitato dei familiari delle vittime chiede che il relitto, custodito a Brindisi, sia restituito all'Albania per farne un monumento-museo. La Corte d'Appello di Lecce aveva disposto il dissequestro del relitto – recuperato nel Canale d’Otranto a 790 metri di profondità - e la consegna all'Albania fissando però un termine molto breve, il 31 marzo 2011, oltre cui si sarebbe passati alla demolizione. La deputata del Pd Teresa Bellanova aveva rivolto una interrogazione scritta, chiedendo la proroga e l’interesse del governo italiano per il trasporto della motovedetta sino al porto di Valona, con concordando modalità e costi della restituzione con il govenro di Tirana.

BRINDISI – La Corte d’Appello di Lecce ha prorogato dal 31 marzo al 28 giugno 2011 il termine di restituzione all'Albania della motovedetta albanese “Kater I Rades”, affondata nel Canale d'Otranto il Venerdì Santo del 1997 provocando 84 morti. Da anni un comitato dei familiari delle vittime chiede che il relitto, custodito a Brindisi, sia restituito all'Albania per farne un monumento-museo. La  Corte d'Appello di Lecce aveva disposto il dissequestro del relitto – recuperato nel Canale d’Otranto a 790 metri di profondità -  e la consegna all'Albania fissando però un termine molto breve, il 31 marzo 2011, oltre cui si sarebbe passati alla demolizione. La deputata del Pd Teresa Bellanova aveva rivolto una interrogazione scritta, chiedendo la proroga e l’interesse del governo italiano per il trasporto della motovedetta sino al porto di Valona, con concordando modalità e costi della restituzione con il govenro di Tirana.

«Oltre ad essere un atto di civiltà – ha detto la deputata - ritengo sia un intervento doveroso nei confronti di tutte quelle persone che hanno perso la vita nel Canale d'Otranto e dei loro familiari, in particolar modo, quei genitori, quelle sorelle e quei fratelli che ancora oggi piangono i propri cari dispersi in mare e che non hanno avuto neanche la possibilità di poter avere la salma dei propri affetti». La vecchia motovedetta affondò il 28 marzo del 1997 dopo essere stata urtata dalla prua della corvetta italiana Sibilla, che cercava di farla ritornare indietro. Sull'imbarcazione c'erano almeno 120 albanesi tra i quali donne e molti bambini. Sottocoperta rimasero 34 corpi, recuperati assieme al relitto da una società specializzata, su incarico della procura brindisina. In primo grado il comandante della corvetta, Fabrizio Laudadio, fu condannato a tre ani per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, a quattro anni il comandante della ex motovedetta, Namik Xhaferi. Si attende la sentenza di secondo grado.

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