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Cronaca

Kater I Rades, la sentenza sul tragico naufragio attesa per il 21 dicembre

LECCE – Altre due tappe, dopo quella odierna, per la conclusione del processo d’appello per il tragico naufragio della sera del Venerdì Santo del 1997, quando la ex motovedetta albanese “Kater I Rades” si inabissò dopo essere stata speronata dalla corvetta italiana “Sibilla”, che tentava di farla rientrare a Valona. I morti accertati furono 84, tra i quali molte donne e bambini. In primo grado il comandante del “Sibilla”, Fabrizio Laudadio, fu condannato dal tribunale di Brindisi a tre anni per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, e a 4 anni l’uomo che fu indicato come il pilota della motovedetta, l’albanese Namik Xhaferi.

LECCE – Altre due tappe, dopo quella odierna, per la conclusione del processo d’appello per il tragico naufragio della sera del Venerdì Santo del 1997, quando la ex motovedetta albanese “Kater I Rades” si inabissò dopo essere stata speronata dalla corvetta italiana “Sibilla”, che tentava di farla rientrare a Valona. I morti accertati furono 84, tra i quali molte donne e bambini. In primo grado il comandante del “Sibilla”, Fabrizio Laudadio, fu condannato dal tribunale di Brindisi a tre anni per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, e a 4 anni l’uomo che fu indicato come il pilota della motovedetta, l’albanese  Namik Xhaferi.

In appello, invece, il 25 settembre scorso il procuratore generale Giuseppe Vignola ha chiesto la conferma della condanna per Xhaferi ma l’assoluzione per il comandante italiana, sollevando polemiche tra i familiari delle vittime e i loro sostenitori in Italia, particolarmente i militanti di Puglia Antagonista e del Comitato antirazzista.

Stamani è toccato all’avvocato Francesca Conte parlare in difesa di Namik Xhaferi, che nel corso delle prime indagini condotte dal pm brindisino Leonardo leone De Castris e dalla squadra mobile, fu indicato da alcuni superstiti come il pilota della vecchia motovedetta di fabbricazione russa. L’avvocatessa Conte stamani ha sottolineato che la sera del 28 marzo 1997 al timone della “Kater I Rades” non c’era l’imputato e che lo stesso fu indicato semplicemente perché serviva un colpevole anche da parte albanese, e perché i testimoni furono sottoposti a pressing da parte degli investigatori.

Per la sentenza bisognerà attendere il 21 dicembre, quando la corte si riunirà in camera di consiglio dopo brevi repliche. Il 9 novembre invece la prossima udienza con l’inizio delle arringhe dei difensori del comandante Fabrizio Laudadio. I militanti di Puglia Antagonista di Lecce annunciano iniziative a sostegno delle parti civili sino al 21 dicembre.

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